“Dahu” di Riccardo Levi, Bendia Books. A cura di Jessica Dichiara

Una ragazza scomparsa, una serie di morti sospette, una leggenda che affonda le sue radici nei tempi più antichi: cosa sta succedendo tra le nevi di Artignod, chi si nasconde dietro uno sguardo dalla lucente pupilla orizzontale?

Il dahu è una bestia mitologica, se sia frutto di una fantasia popolare oppure una specie di animale realmente esistita e poi estinta non possiamo saperlo. Certo è che nell’immaginario collettivo questa figura ha trovato sicuramente il suo spazio popolando incubi e infestando i racconti e le leggende delle valli alpine.

Sembra che alcuni uomini dall’animo particolarmente puro siano stati in grado di avvicinarsi a questa bestia che troviamo rappresentata in diversi modi. L’essere mitologico compare nelle leggende di diverse parti del mondo e nell’iconografia prevalente è una specie di incrocio tra un uomo e una capra, ma anche tra altri animali a seconda dell’autore dell’incubo o della visione.

Una qualità che lo contraddistingue sono le zampe asimmetriche che gli permettono di tenersi in equilibrio anche su pendii particolarmente ripidi. Questa asimmetria può rivelarsi sia un vantaggio che uno svantaggio.

Oggi quest’animale è in via di estinzione. Aspe’… ma non avevamo detto che era estinto?

Bravi! Tuttavia l’estinzione fisica, ammesso che sia realmente esistito, non è l’unica estinzione a cui voglio far riferimento. C’è un’estinzione ben più grave che questo animale rischia ed è quella della memoria, l’estinzione culturale, la scomparsa dell’immagine del Dahu dai racconti e dalle simbologie.

E qual è il miglior modo per prevenire la scomparsa? Scrivere di lui e magari farlo con un breve racconto che possa riempire le fredde serate invernali nei rifugi di montagna davanti al caminetto, oppure nei falò estivi nelle radure, luoghi insomma in cui da sempre ci si scambiano le storie di paura.

Ecco, questa di Riccardo Levi è esattamente quel tipo di storia, una di quelle che danza tra leggenda e folclore con lo scopo di mantenere vivo un essere che, seppur immaginario, fa parte della tradizione di molti popoli e ha tutto il diritto di riservarsi un angolo nella memoria delle nuove generazioni.

La trama di per sé, pur essendo breve, è decisamente ricca di particolari e avvincente. Si lascia leggere in una sola sorsata, eppure rimane il suo effetto dissetante sottoforma di sensazioni suggestive e colorate.

Il linguaggio è quello semplice e affascinante dei racconti popolari, quello che sicuramente cercherete di imitare quando proverete a raccontare ciò che avete letto, e vi accorgerete di farlo spontaneamente, strappando un sorriso al vostro pubblico.

Lo spazio di questo racconto come avrete intuito è la montagna alla quale appartiene la tradizione di questa bestia. Una montagna fatta di pendii, rupi, valanghe, rifugi e… pazzi.

Ebbene sì carissimi lettori, il mostro non è tale se vicino non ci mettiamo un matto che lo renda a tutti gli effetti credibile. Così Levi è bravissimo in questa manciata di pagine a mescolare le carte per farci credere ora una cosa, ora l’altra. Per disorientarci e stordirci a suon di urla e immagini inquietanti che risuonano nel mio immaginario come quelle storie di paura che ci raccontavano da bambini quando spavaldi sfidavamo i grandi a metterci alla prova e poi finivamo per rimanere svegli con gli occhi spalancati per timore del mostro sotto al letto, anche se poi a tutti gli effetti avremmo negato all’infinito di aver avuto paura.

Non manca lo spazio per un’ironia intelligente e genuina che alleggerisce il racconto e lo apparecchia alle nostre tavolate. E ancor più è importante la presenta nel finale di una riflessione antropologica profonda che vede l’uomo ancora una volta in lizza per il premio come il peggior essere mitologico che abbia mai calpestato il suolo terrestre.

Consiglio per la lettura: mi dispiace che andiamo incontro al periodo estivo ma questa è decisamente una lettura da cioccolata calda, magari un po’ corretta.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

Lascia un commento