“Svanirà per sempre” di Gabriele Farina, Buendia Books. A cura di Jessica Dichiara

Una novelization dell’omonimo film di Pupi Oggiano.

La novelization è una sfida che questo autore riesce a vincere a colpi di esperienza. Scrivere di ciò che vedi, di ciò che sai, di ciò che conosci, già questo mette in difficoltà parecchi autori.

Scrivere di ciò che sanno già in molti tuttavia è un’abilità che hanno in pochi.

È un dosare le parole in una bilancia immaginaria affinché non siano né troppe né troppo poche, affinché siano perfette, e “svanirà per sempre” dal punto di vista della struttura sicuramente lo è.

Torino, la città magica, a cui da sempre sono legate leggende intrise di magia oscura, si tinge di rosso sangue con una forma precisa, un pentacolo.

Un omicidio misterioso insomma, un delitto che diviene presto un giallo e una moneta posta al centro di questa macabra pittura lasciano subito pensare ad un collegamento, un indizio importante.

Abbiamo a che fare evidentemente con un assassino metodico alla ricerca del quale si mettono in maniera ufficiale il commissario Terzi e l’ispettore Calcabrini, in collaborazione con un’esperta di profiling, l’ispettrice Vanessa Mobile a cui spetta l’arduo compito di fornire punti di vista utili sulla faccenda. Dietro le quinte di questa indagine si muovono anche due DJ, Ricky ed Elettra, che avendo assistito al primo delitto, un prestigiatore che negli anni aveva avuto un discreto successo, non mancano di confrontarsi sull’accaduto.

La bellezza delle indagini viene descritta utilizzando il punto di vista di Terzi e Calcabrini che, pressati dai superiori, scavano con perizia e meticolosità dentro e intorno la vita privata delle vittime, invadendo ogni singolo spazio. Bravissimo in questo passaggio l’autore a gestire la trama senza trasformarla in un piatto elenco di fatti ma vivificandola facendoci sentire la tensione della scoperta e della scelta delle piste da seguire.

Terzi e Calcabrini ci regalano anche una visione professionale di due esseri umani che si conoscono, si comprendono e in un certo senso si completano. Hanno imparato a rispettare le abitudini altrui e i propri limiti e li sanno usare a proprio vantaggio.

Giallo, direi senza dubbio, ma un giallo già scenografato si trasforma su carta in una tragica ricerca di senso e di alternative in cui l’intelligenza dei personaggi, dell’autore e degli stessi lettori sembrano volersi intrecciare nel tentativo di trovare una soluzione. Il filo logico dell’intera indagine si intravede senza mai svelarsi veramente in un crescendo di tensione fino alla scoperta del volto da parte di… no, non ve lo dico mi dispiace, dovrete scoprirlo da soli. Le potenzialità di questo genere sono sconfinate, spesso quando parlo con i miei amici giallisti mi rendo conto che il giallo è un colore che apre a delle prospettive e delle contaminazioni veramente interessanti. In questo caso ad esempio ogni scena si trasforma inevitabilmente in immagine e le immagini ti seguono anche fuori dalle pagine rendendo l’esperienza di lettura sicuramente più intensa. Giallo con un piede nel thriller dunque un po’ per la tensione e un po’ per la velocità con cui le scene si susseguono.

Forte è anche l’approccio psicologico alla caratterizzazione dei personaggi che vengono ribaltati come calzini e violati nella loro intimità così che i sentimenti provati riescano a completare il quadro dell’abile pittore. Le loro debolezze e le loro fragilità acquistano uno spessore narrativo tale da risultare indispensabili e da potersi considerare come altrettanti punti forti.

Il banchetto tra cinema e letteratura è insomma ancora una volta ricco e ben disposto, piacevole in ogni senso e curato laddove l’immagine non riesce ad arrivare.

Consiglio per la lettura: trattandosi di una novelization avrete giusto il tempo di una birra fresca.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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