“Greta e i ladri della luce” di Silvia Benedetta Piccioli, Delrai editore. A cura di Barbara Anderson


SINOSSI:

Da quando è uscita dall’orfanotrofio, Greta vive con gli antipatici genitori affidatari, che la trattano come una piccola serva.
La stanza in cui dorme è buia e spaventosa, perciò Greta vorrebbe una lampada da accendere quando ha paura. Nessuno però la accontenta, quindi decide di arrangiarsi: un giorno entra da sola in uno strano negozio di lampade, il cui proprietario è un burbero signore.
Ben presto, Greta scopre che il negozio nasconde loschi traffici, in cui lei stessa si troverà coinvolta: una famiglia di ladri che di notte, a bordo di un maggiolino giallo, ruba le Energie di oggetti antichi.
Insieme all’abile ladruncola Rubin, al vecchio Corno, a Nonna Lù, e ai gemelli Karl e Mark, entrerà in un mondo sconosciuto, fatto di avventure, magie, colori, segreti.
Potrà una banda di ladri diventare la sua vera famiglia?

***

Avete presente quel sorriso che ti sboccia sul volto quando osservi qualcosa o qualcuno? Ecco, io appena ho visto questa cover, ho sorriso.

La ragazzina con il sorriso impertinente, la mascherina sugli occhi e il sacco sulla spalla. Il maggiolino giallo illuminato dalla luce. 

E niente io ora so che non invecchierò mai! Che che ne dica la mia data anagrafica.

Un romanzo per ragazzi? Sì, ma non solo.

Un romanzo come questo è per lettori giovanissimi ma assolutamente imperdibile per noi adulti, che forse questo tipo di problematiche e di esperienze le abbiamo in qualche modo vissute, affrontate, superate o chissà forse le stiamo cercando ancora di superare.

Questo è un romanzo da leggere in famiglia. È stato scritto con una forte empatia e conoscenza emotivo emozionale dei ragazzi ma anche con un atto estremo, che rende la problematica della protagonista comprensibile ed accettabile; non solo come una condizione esclusivamente negativa ma anche come un’esperienza di crescita importante ed essenziale.

Perché chi l’ha detto che la vita dei ragazzi sia sempre facile? Non lo è, non per tutti, nemmeno per chi apparentemente sembra avere una vita “normale” serena e felice.

Di problematiche ce ne sono tante e a volte si fa fatica a identificarle e comprenderle. Specie quando si è ancora bambini.

Questa storia ci accompagna verso la luce.

La luce che illumina il cuore, che ci dà conforto nei momenti in cui tutto intorno a noi diventa oscuro. Questo romanzo, questa favola un po’ vera e un po’ fantastica, ci regala la luce che è necessaria per cancellare quelle ombre oscure, che si annidano nel nostro cuore e nella nostra anima.

Greta, la protagonista, è il tipo di ragazzina di cui ci si innamora subito, minuta, piccolina, fragile e dolcissima con la sua mente vivace e il suo desiderio di essere amata, voluta, compresa, ascoltata.

Orfana dei genitori, si trova presso una famiglia in affido. Una famiglia che non ha alcun interesse per Greta, se non apparire la famiglia brava buona e amorevole agli occhi dei conoscenti e degli assistenti sociali. 

Greta per loro è invisibile, indifferente. 

Viene nutrita, mandata a scuola, viene vestita utilizzando tutto ciò che viene offerto in beneficenza; i soldi dell’affido vengono sempre impiegati in cose più importanti di Greta.

Greta ha fame e sete di affetto e vi giuro che mi è venuta la voglia di saltare nel libro e correre ad abbracciarla e a sorriderle.

Ha solo 10 anni ed ha paura del buio.

La famiglia in cui vive non le permette di avere una lampada o una torcia con la scusa di dover andare a dormire presto e che i compiti si fanno di giorno e non di notte. Poi l’elettricità costa!

Mai una parola carina, mai un complimento.

Per ferire brutalmente una persona, non è necessaria solo la violenza fisica ma è sufficiente anche quella psicologica che spesso fa più male delle botte.

Greta viene derisa a scuola, bullizzata, considerata miserabile e povera.

Greta soffre di un malessere di cui nessun bambino dovrebbe conoscere l’esistenza e si troverà davanti ad un negozio di cianfrusaglie e di lampade impolverate e lei ha bisogno di una piccola fonte di luce, in quel misero sgabuzzino, per cancellare via le ombre delle sue paure e dei suoi incubi ricorrenti.

Entrando nel negozio conoscerà il burbero vecchio “Corno” ma le sue lampade costano più di quanto Greta possiede, tuttavia il vecchio farà un accordo con Greta, ella potrà avere la lampada a patto che ogni pomeriggio vada nel suo negozio a pulire gli oggetti e le strane lampade; inoltre dovrà portare unpegno che garantisca a Corno che lei torni al negozio e il pegno deve essere un oggetto a cui lei tiene molto.

Greta accetta, tornerà regolarmente in negozio per pulire e consegnerà in pegno il suo segnalibro di metallo, che ha un ciondolo a forma di libro. Un oggetto a cui lei tiene particolarmente e che possiede da sempre, che apparteneva alla sua mamma.

Greta è comunque una bambina sveglia intelligente, che ama la lettura, che frequenta la biblioteca e che è curiosa e soprattutto ha un dono, un dono che verrà scoperto piano piano nel corso della storia.

Gli oggetti, ci racconta il libro, hanno la capacità di assorbire l’energia delle persone che li hanno posseduti; poiché contengono e assorbono memorie, ricordi di attimi felici, gli oggetti hanno un valore sentimentale, emanano energia.

Tutti ci circondiamo di cose, di oggetti, di piccoli ricordi e quante volte un oggetto ha sostituito le carezze mancate?

Quando qualcuno ci abbandona, ci resta un oggetto a ricordare quella persona e i momenti vissuti insieme.

Greta ha bisogno di quella lampada per avere un po’ di luce che sia come una carezza o un abbraccio che le possa dare forza e coraggio nei momenti difficili della sua giovane e fragile vita.

Il momento più bello del romanzo è stato per me l’attimo in cui Greta ha incontrato nel negozio del vecchio la Signora Lu che le ha regalato quel sorriso spontaneo vero e sincero, perché quando non si ha nulla, basta davvero poco per essere felici.

Quel sorriso compenserà l’assenza di mille baci, di mille abbracci e di mille parole di conforto.

Io stessa ricordo la carezza da bambina di una supplente che incontrandomi fuori scuola mi toccò la spalla e mi sorrise dicendomi “ciao Barbara, buona giornata”, lei mi aveva vista! Io, timida, ( si fa fatica ora a crederlo) chiusa e introversa ero stata vista e sfiorata dal sorriso di quell’insegnante, che mi diede una forza e una carica che mi porto ancora sulla pelle oggi dopo oltre 40 anni!

In classe ero quella sempre nell’angolino all’ombra eclissata dalla vivacità e dal brio di tutte le altre eppure la maestra si era ricordata di me, mi aveva vista e sapeva anche come mi chiamavo, diversamente da alcune compagne che nemmeno sapevano che esistessi! 

Io sono stata un po’ Greta, e mi ci sono riconosciuta in tanti piccoli, delicati, aspetti e momenti di vissuto doloroso.

Ma anche in quei momenti di gioia in cui in una banda di ladri, un gruppo di giostrai, Greta si sente finalmente in quel luogo che merita di essere chiamato casa.

Una lettura che fa venire i brividi e che ci mostra quanto l’innocenza di una bambina trascurata e fragile riesca a farsi forza e a trovare la strada che porta all’amore, quello naturale spontaneo e sincero.

Davvero una lettura piacevole e significativa.

Per i ragazzi e per noi adulti che a volte non ci rendiamo forse conto di quanto bisogno abbiano i nostri ragazzi di una carezza e di un piccolo abbraccio, di un sorriso sincero.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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