L’arte del narrare è nata con l’uomo.
E’ la sua capacità di fornire senso a un mondo sconosciuto e minaccioso, a dare una luce all’ignoto fatto di tenebra ma anche a creare e trasmettere i valori che sono alla base del vivere civile.
Un giorno, l’essere umano immerso in un mondo da rendere intellegibile decise di dargli un nome e un ordine concettuale prima che materiale.
Il nome gli serviva per identificare oggetti, emozioni e fenomeni affinché tramite quell’atto fossero meno pericolosi e spaventosi.
E per raccontare o raccontarsi un po’ le loro origini e renderli quindi più familiari ha intessuto attorno a loro un intricato e meraviglio reticolo di storie, di fiabe, di favole e di miti.
E questi hanno iniziato a creare quel terreno fertile su cui impiantare, di volta e volta la società che assieme al suo creatore uomo si evolveva, cresceva ma tramite appunto quei legami scritti e orali, non scordava mai le sue radici.
Grazie a quella particolare capacità del narrare oggi abbiamo a disposizione un calderone di significati, di valori, di miti e di esseri straordinari capaci di formare la nostra tradizione, il nostro ieri e quindi il nostro domani.
Oggi la storia come in passato fonda la nostra società, forma e aiuta sia noi che le nuove generazioni a crescere a conoscerci e a modificare ciò che, in questa società va modificato.
Tramite gli atti eroici noi possiamo capire come combattere il potere corrotto, dare vita alla landa desolata tramite il sacro vaso e come combattere le ingiustizie.
Ma, sopratutto, a capire quali sono le ingiustizie, cosa mette a repentaglio noi stessi e la nostra sopravvivenza emotiva e umana.
Oggi più che mai i giovani e i bambini devono essere i primi depositari di quelle storie, perché con la loro freschezza e le loro incontaminate energie possano portare avanti quest’opera fondamentale di continua costruzione di significati e valori.
Ecco perché ritengo la raccolta di fiabe e di racconti bellissimi di Mauro Gelo il primo e più importante passo per la formazione di giovani uomini e di giovani donne sempre più impegnati nel mondo, in possesso di valori sani e di entusiasmo creativo.
E quelli sono direte voi i valori che considero sani?
Quelli che negano la distruzione come metodo per esercitare la propria capacità di “dominio” sul mondo da scoprire e da rendere intellegibile. Quelli che costruiscono invece di demolire le morali e le etiche. Che optano per la collaborazione piuttosto che per l’esclusione, che creano dialogo al posto dei muri.
Che hanno la curiosità scientifica piuttosto che la brama di potere e successo.
Quelli che, in sostanza, danno una apparenza alla nostra terra cosi bistrattata e la proteggono, la amano cosi tanto da volerci dialogare da volerla conoscere.
E’ nella dialettica, nello scambio e nel dialogo incassante con ogni parte di questo ecosistema che si cela la straordinarietà del metodo educativo di Gelo.
Non una semplice storia moraleggiante e quindi asfissiante, ma un invito a considerare ogni parte del tutto con la meraviglia di occhi limpidi, con l’ardore del piccolo esploratore e con il rispetto semplice e innocente del bambino.
E’ un libro composto di tre parti: le storie che stimolano una naturale propensione umana alla scopetta, che stimolano la curiosità e la voglia di conoscenza senza finalità se non quelle dello stupore.
Storie ecologiche permeate da quello stresso amore per la vita e per l’ignoto tipico di ogni bambino.
Storie che stimolano la capacità di ascolto musicale, passo importantissimo per ottenere una particolare sensibilità alle sfumature e quelle più importanti che sono quasi un riassunto di tutte le altre: quelle che stimolano il bambino all’esplorazione di uno dei territori più impervi e al tempo stesso fondamentali per il proprio equilibrio interiore: la scoperta del sé.
Ed è grazie alla facilità e alla musicalità dello stile di Gelo che esse penetrano nel profondo e che possono agire sulla psiche ancora pura di ogni futuro uomo.
Questi racconti però, servono anche a noi, per ricordarci qualcosa che troppo spesso diamo per scontato, come per esempio l’ascolto come è descritto nel bellissimo racconto la coniglietta che voleva ascoltare.
E oggi che troppo rumore interferisce con la comunicazione e quindi l’ascolto, questa storia si rivela straordinariamente efficace:
C’è infatti una grande differenza tra sentire e ascoltare. Per sentire è sufficiente il nostro udito, mentre per ascoltare bisogna aprire il nostro cuore agli altri”.
Complimenti maestro Mauro!