“Codex Merrymaid” di Uberto Ceretoli, Dunwich edizioni. A cura di Alessandra Micheli

le menti umane non si controllano con gli artefatti, si blandiscono con le ideologie.

Amo lo stile di Uberto Ceretoli.

Me ne sono innamorata grazie alla lettura del crepuscolo degli eccelsi.

E lo amo non solo perché scrive il mio genere preferito, ma perché il suo stile è e resta unico, capace si di raccontare orrori ma anche di impiantarli in un sistema sociale e politico attuale.

In ogni suo libro ci sono richiami al nostro di mondo raccontato con una penna sarcastica e affilata per nulla rassicurante.

E’ il potere che logora non chi non ce l’ha come direbbe il buon Andreotti ma l’uomo che, cedendo alle sue lusinghe cede la coscienza etica, divenendo cosi indifeso e fragile burattino davanti ai suoi denti affilati.

E’ l’immagine, quindi dei mostri del visionario di Providence a mutare. Di libri su Cthulhu oramai ne faccio indigestione.

Sembra tornato di moda Lovecraft e usato per rimodernare il genere usando le sue orride fantasie.

Mostri di ogni forma, o informi provenienti da uno strano piano astrale oggi dominano il panorama letterario orrrorifico.

E so che per molti sono una ghiotta scoperta e me ne compiaccio.

Ma per chi come me nei classici ci sguazza leggere di Grandi antichi può diventare un po’ noioso.

Insomma, io con Lovrecraft e Poe ci sono cresciuta.

Non sono certo amici come i personaggi di Carroll, ma sicuramente sono frequentazioni costanti.

Di orrore mi nutro proprio per poterlo esorcizzare.

Quindi da divoratrice di libri ho bisogno di qualcosa di diverso, non di originale ma una interpretazione dei suoi incubi capaci di fondersi con il nostro tempo.

In sostanza, Cthulhu deve rispondere a questa arcana domanda: perché oggi dovrebbe interessarci rispolverare l’archetipo lovecraftiano?

Per vendere?

Per carenza di fantasia?

Perché siamo cosi pieni di orrori, cosi saturi da doverci rivolgere con la mente a quelli conosciuti e pertanto più rassicuranti?

Ceretoli è diverso da tutti perché da la sua risposta: l’orrore dei grandi antichi è semplicemente l’orrore di chi per evitare un male ne richiama uno più osceno.

Il patto scellerato di Dagon con i suoi “Servi” è in fondo questo. Innsmouth è il simbolo di una città che costretta a sopravvivere, abbandonata da chi diceva di doverla difendere ( il potere costituito, che sia un regnante o un parlamento) inizia a rivolgersi a entità diverse, altre, aliene e probabilmente cosi sconosciute da rappresentare una possibilità.

Pazienza se in cambio ti portano via un pezzo di umanità alla volta.

Non accade cosi anche con la rappresentanza?

Non ci priviamo di quel po di libertà alla volta, di quel libero arbitro unico dono che ci rende umani?

E cosi Codex merrymaid oltre che essere un perfetto, e sottolineo perfetto streampunk appare ai miei occhi, alla mia libera interpretazione, probabilmente discutibile, un trattato filosofico sulla nostra condizione di cittadini.

Le Isole Scilly divengono l’archetipo del mondo chiuso in se stesso, cosi deciso a ottenere protezione da non curarsi del volto di chi la elargisce. Poco importa se sia mostruoso o informe.

Poco importa se il sorriso non arriva agli occhi e se baluginano alla luce del sole zanne acuminate.

Importante è aver garantito il benessere.

 Vivete nelle ricchezze grazie alla lungimiranza della mia stirpe, cani ingrati! Uno di voi pezzenti è fuggito. Dove sta andando? Non vi è stato spiegato cosa c’è là fuori? Non vi è stato detto che nelle altre nazioni governano odio e indifferenza? Non vi è stato insegnato che altrove, ovunque voi andiate, troverete prevaricazione e ingiustizia? Il carbone delle nostre navi è estratto da miniere dove i carrelli sono spinti da bambini che muoiono a undici anni. A undici, bestia! Siete tutti più vivi di loro, maledizione. Le ragazze della vostra età vengono vendute come prostitute e stuprate dai loro amici e dai loro stessi padri. Volete vivere nella malvagità e nelle privazioni di quel mondo? Fuori dalla nostra bella isola i popoli combattono: i giovani muoiono in guerre assurde per garantire ricchezze a chi li blandisce con la chimera dell’agio e della spensieratezza. È questo il ringraziamento che ricevo per proteggervi dal male e per garantirvi un futuro radioso?

Anche se questo costa il cedere di energia giovanili che simboleggiano la protezione e la purezza.

E cedendo la propria purezza gli esseri umani divengono meno umani, nel migliore dei casi burattini, nel peggiore simili ai dominatori degli abissi.

E cosi il dormiente orribile Dagon reclama il suo bottino ogni anno, ogni inizio anni secondo il calendario celtico.

E promette ai stolti prosperità e ricchezza.

Ma sa anche che l’umanità che ha aderito al patto cadrà sempre di più nelle braccia dell’abisso.

«Ogni volta che intendete liberarvi di un male dovete invocarne uno maggiore

E cosi che le ideologie ragionano.

Che siano nate in seno agli abissi o in un soviet. O in una sala di un castello remoto nella Westfalia.

Servono solo per accumulare ricchezza ma in fondo contengono l’odio per l’umanità intera.

Come sempre leggere Ceretoli significa avere tra le mani un gioiello inestimabile.

«Il professore ha avuto un’infanzia difficile e un rapporto ancor più difficile con il potere, è per questo ora si scaglia contro tutti e contro tutto. Ma il mondo che auspica sarà peggiore di questo? Questo Dagon, se diventasse signore di tutti gli umani, non potrebbe essere generoso con noi che lo abbiamo aiutato?» «Mi sono posto questa domanda mille volte. La risposta che mi sono dato è che non è saggio scatenare i-dormienti-inabissati. Gli incubi possono essere sopportati solo da individui particolarmente dotati e tutti gli altri devono esserne tenuti all’oscuro. Se li risvegliamo, non saremo noi a servirci di loro ma il contrario. Non importa quanto sia callido e avveduto il professor Moriarty, non importa quanti libri maledetti abbia letto o quanti perversi rituali abbia praticato: i-dormienti-inabissati sono sulla terra da innominabili eoni e possono attenderne altrettanti. Non accetteranno un padrone, bramano nuovi schiavi.»

«Godiamoci quello che abbiamo, quindi?»

«Ognuno di noi dovrebbe porsi un piccolo scopo. Conoscete leOperette Morali di Leopardi? Il Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez?»

Moran negò con il capo.

«Ebbene, nel dialogo è illustrato quanto bene facciano all’uomo le micro-finalizzazioni: ambizioni di breve termine necessarie per appagare lo spirito di ognuno. La mia è tenere la mia gente nell’agio e nella tranquillità pagando il prezzo più piccolo possibile. Voi, colonnello, che ambizione avete: risvegliare un mostro che potrebbe divorarci tutti?»

Sarò di parte ma libri cosi sono davvero rari.

E che ogni divinità, persino quelle degli inabissati benedica questo meraviglioso autore.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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