Review party “Grand Hotel” di Serena Venditto, Mondadori. A cura di Alessandra Micheli

Avete notato quanto sia difficile per me parlavi dei libri che ho adorato?

E’ una strana reticenza che ti impedisce di guardarlo con distacco, di scovare persino le imperfezioni perché tutto, e sottolineo tutto, contribuisce a illuminarlo di bellezza.

Eh si miei amati lettori, anche le sbavature diventano latori di meraviglia, proprio perché rendono il testo più simile a noi umani, cosi speciali e al tempo stesso cosi dannatamente fragili.

E i protagonisti di Grand Hotel sono proprio gli amici della porta accanto, assurdi, bizzarri, illogici, ognuno preda delle sue speciali ossessioni, ognuno però capace di provare qeui sentimenti inspiegabili, totali e incredibili che ci rendsonu mani. Ttuti tranne un, Mycroft, il gatto che appunto perché gatto è logicamente un essere superiore e ci guarda, ovviamente dall’alto in basso.

Tutto nella norma.

Ma c’è qualcosa in più che rende Grand Hotel uno di quei libri che restano impressi nel cuore, come uno di quei tatuaggi indelebili ed è difficile spiegare perché.

E’ l’atmosfera di una Napoli che sembra uscita direttamente da un passato fatto di amicizia, condivisione e solidarietà.

Sarà per l’improbabile e rocambolesca indagine che prende spunto dai grandi investigatori delle storia ma che viene trasformata poi in una specialità tutta italiana, fatta di escamotage, di improvvisazione di creatività e di strani e ambigui zampognari.

Sarà che quel natale da noi tanto odiato, dileggiato e snobbato si ricopre di nuovo di una patina magico romantica, meno sdolcinata ma più vera, che ha il sapore di casa, di tradizioni, di lontani ricordi fanciulleschi.

E’ un natale che si avverte non tanto nell’apparenza, nelle strade vestite a festa che dietro le luci nascondono famelici volti del business.

E’ qualcosa che nasce nell’anima, che assomiglia all’odore speciale dell’abete che adornavi da bambina, nello stupore che colorava i nostri visi davanti alle storie raccontare se non attorno al fuoco almeno vicino al termosifone.

E’ nell’apparente semplicità dei suoi protagonisti, complessi e fieramente decisi a..essere felici.

Chi con la sua passione.

Chi abbracciando un nuovo amore.

Chi immergendosi nella lettura dei suo preferiti.

Chi lascia dietro di se la tentazione del successo.

O chi aspetta il Natale per abbattere gli alberi.

Magari sulla testa di qualcuno che ci è cordialmente antipatico.

Ecco gli ingredienti di Grand Hotel.

Emozioni, sensazioni, odori e sapori di dolci appena sfornati.

E perché no, un delitto capace di dare un tocco diverso alla notte di natale, che non sarà solo un inno allo stomaco ma anche una sferzata di adrenalina

“Ciao zia penso faremo un po’ tardi per il cenone”

“Cosa intendi precisamente per ritardi?”

“Zia è un po’ complicato. Ma dobbiamo arrestare una persona

voi?”

“Si zia, noi. E lo dobbiamo fare ora”

“La vigilia di natale?”

“La vigilia di natale.”

Un libro perfetto, intenso, romantico e frizzante, con la gusta dose di mistero per conquistare anche il mio cuore di tenebra.

E un gatto.

Embè il gatto fa la differenza.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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