
DINAMICHE FAMIGLIARI
Le dinamiche famigliari occupano un posto preponderante in tutta la Rya Series.
Il concetto di parentela che ho preso in prestito (e al contempo sovvertito) dalle teorie dell’antropologo Lévi-Strauss ha costituito le prime fondamenta sulle quali costruire i Niva e gli Herrand, al di là degli stereotipi e dei topoi narrativi classici.
Ed è la famiglia la vera protagonista dell’intera serie, perché Rya non è che un ingranaggio, una pedina nella scacchiera già vasta della politica e dell’ambizione famigliare… scacchiera sulla quale i Niva (Il cugino e cognato Strevj e l’adorata sorella Alsisia) muovono abilmente i pezzi, sacrificando coloro che sono sacrificabili, senza remore, senza rimpianti, inseguendo un obiettivo comune: l’ascesa.
Mi sono divertita a creare un parallelismo sorella/sorella e fratello/fratello. I rapporti tra consanguinei stretti sono difficoltosi: c’è un sostrato di amore, rabbia infantile, invidia repressa, angoscia di dispiacere, di non essere come l’altro o l’altra ci vorrebbe… specie quando siamo i “più piccoli”.
Esiste da sempre un confronto-scontro tra fratelli, e questo possiamo vederlo noi stessi/e, nella vita di tutti i giorni.
Ho portato un po’ all’estremo alcune caratteristiche di punta, senza mai smussare gli angoli (di modo che potessero provocare più dolore).
Di base, però, è l’amore che muove i protagonisti e perfino i personaggi minori della saga di Rya: amore nei confronti di un uomo, di una donna, della propria famiglia, di un ideale (giusto o sbagliato che si riveli alla fine… spesso è quello sbagliato).
La famiglia è la famiglia.
Nient’altro conta, al mondo.
Questo leggerete, a un certo punto della narrazione. Perché è un concetto estremamente radicato nell’animo di Rya e dei Niva: loro sono un gruppo compatto. Si muovono all’unisono, e, davanti agli altri, sono sempre d’accordo anche quando in realtà dissentono l’uno dall’altro. Questa è la loro forza.
Peccato che il titolo del primo volume sia Fracture, Frattura.
Lo ripeto:
nessuna famiglia è perfetta come sembra in realtà.
Nascondiamo tutti le nostre crepe. I nostri peccati. I nostri dolori.
Alcuni fanno più male di altri.
Alcuni rispondono al nome di menzogna, di tradimento, di assassinio.
Ma è la famiglia.
Cosa fare, dunque? Cosa fare, quando ti trovi dinanzi all’unica verità che mai avresti messo in dubbio… e la scopri fasulla?
Alessandra, grazie mille per aver partecipato a questa tappa del Rya Tour!
Ti mando un caro abbraccio
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sai quanto ti venero. Rya è Rya
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