La noia è il più nobile dei sentimenti umani in quanto ci mostra l’insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza del desiderio nostro.
(Giacomo Leopardi)
«Sai qual è la verità, tesoro? È che tu vuoi sentirti dire che sei ancora bella da qualcuno che non sia quello gnoccolone di Emiliano» disse Daniela.
«Che diamine vai a pensare? Ma no…» mormorò Bea arrossendo. Era quella la verità? E perché? Il suo compagno l’amava, le dava tutto quello che desiderava, e, soprattutto, lei lo ricambiava. Sapeva che era così.
Inizia cosi la storia di Bea, ragazza solare e vivace che attraversa, però, un periodo di insoddisfazione e noia. Bea fidanzata da 15 anni con il suo primo amore, lavora in un ufficio che si occupa di spedizioni all’estero. Tutto scorre banale e noioso quando, incontrando il bel Simone, si trova davanti a un bivio che stravolge la sua quotidianità…
E Bea viene d’incanto quasi trasportata nel suo manga preferito e lo vive in compagnia dell’adorabile amica Daniela…
Riuscirà mai a cambiare la sua vita scegliendo la passione a dispetto della sicurezza?
Divertente, frizzante esilarante è un libro scorrevole che si legge tutto di un fiato e riesce a far sorridere. Daniela e Bea sono ritratti indimenticabili di due donne alla presa con i problemi della vita e che riescono a sdrammatizzare il tutto con l’arma dell’ironia e della fantasia. Due amiche che si completano e si confrontano, si sostengono si analizzano a vicenda. Ed è proprio in quell’analisi spesso disincantata che riescono a capire meglio se stesse, a inquadrare i problemi e a affrontare le scelte che il vivere ci impone. Questa descrizione dell’amicizia cosi priva di fronzoli e romanticismo è in realtà molto acuta; racconta di come un vero amico debba essere lo specchio imparziale e a volte devastante, ironico e destabilizzante quasi a diventare una sorta di super io incarnato. Ho adorato Daniela l’alter ego, la coscienza di Bea: acida, diffidente, disincantata che riesce tramite la ridicolizzazione dei difetti a farli apparire come meno gravosi e a rendere accettabile l’imperfezione agli altri.
…Tu sei espansiva, allegra, solare. Tutto ciò che io non sono. Io sono acida, riservata e dalla battuta sempre pronta.»
«E stronza» puntualizzò Bea, ridefinendo la conclusione di quella dettagliata descrizione.
«Sono d’accordo» convenne l’altra sorridendo.”
Nell’umorismo graffiante dell’autrice ci sono anche spunti per riflettere sull’amore: quello adombrato dalla noia e quello portato avanti per abitudine, per paura dell’ignoto, quello avvizzito e privo di slancio e fantasia a cui troppo spesso ci abituiamo per pigrizia. Ed è da questo modo di concepire l’amore che Bea deve essere salvata. Una vita senza passione è una vita sprecata, le cui energie messe a dormire, stagnano la creatività, diventando piano piano la tomba della nostra anima.
Tutto questo è raccontato con un tratto leggero e divertente ma non per questo risulta meno incisivo e profondo.
I personaggi sono descritti con irriverenza con una ironia graffiante ma sempre con una punta di affetto e di benevolenza per le piccole ipocondrie umane e le fragilità che ci accompagnano lungo il nostro percorso umano.
L’ambientazione è quella che reputo la punta di diamante del libro; niente di esotico di pretenzioso.
Ma l’autrice descrive ciò che conosce: la vita moderna, quotidiana fatta dei suoi piccoli riti, piccoli e grandi drammi, la bellezza della semplicità. Ed è questa perfetta conoscenza di ciò che a noi risulta ovvio che le permette di psicanalizzare i personaggi e le loro vittorie e sconfitte, creando un ritratto reale della vita moderna. La fissazione di facebook, i pregiudizi, l’orgoglio, i tradimenti fanno tutti parte di una meravigliosa commedia umana di cui tutti noi facciamo parte. Del resto, ce lo insegna Jane Austen; per creare un opera più completa possibile, bisogna descrivere sempre cosa si conosce.
“Di tutte quelle stupide notifiche che le indicavano che Tizio le aveva inviato un poke (che cosa erano mai i poke, poi…), che Caio l’aveva invitata nella sua residenza tra le mucche e i sedani a Farmville e che Sempronio aveva pubblicato qualche frase di sicuro interesse collettivo sul gruppo dei tassinari per caso di Torino (chi diavolo l’aveva inserita lì in mezzo?) non gliene poteva importare di meno.”
Spero che questo libro possa farci credere che nella fase più asettica della nostra vita, esisterà sempre un Tuxedo Mask disposto a salvarci dalla testardaggine di inseguire la comodità piuttosto che la passione (unica cosa capace di renderci vivi e creativi) e a sostituire la cieca arroganza di chi è convinto come deve procedere la propria esistenza con la libertà di farsi trascinare dalla corrente.