“Templar Order” di Domizio Cipriani, Bastogi libri. A cura di Micheli Alessandra

 

Che cos’è l’ordine mondiale? Per alcuni è semplicemente una conseguenza atroce delle teorie del complotto che mirano a edificare una sorta di totalitarismo per governare la terra, ad opera di una misteriosa oligarchia occulta. Sarà mio dovere invece sottolineare come, noi già viviamo una dittatura. Ce lo racconta perfettamente Baudrillard nel libro “Il delitto perfetto” dove con tratto deciso e duro tratteggia un post moderno che, al pari dei partecipanti del congresso di Vienna del 1815, tende a richiudersi su se stesso, difendendo tenacemente i propri assunti culturali.

E’ la dittatura della dicotomia, cosi denunciata da Grergory Bateson, nella sua ansia di controllo che la porta a dividere l‘indivisibile, mente e natura, conscio e inconscio materia e spirito. In quest’ottica noi viviamo un autoritarismo della forma che servendosi dell’alleato dell’apparenza sottomette ghignante la sostanza, come se entrambe potessero esistere disunite. Ecco il nostro ordine mondiale. Una filosofia che crea disagi, conflitti, che limita le potenzialità umane, che ci rende succubi delle illusioni del potere, della ricchezza, della giovinezza, dell’immediatezza. Tutto a scapito delle millenarie conquiste umane, della creatività e perché no della gioia.

L’uomo, nato da un’errata idea del peccato è schiavo dei propri limiti, limiti che in realtà secondo le antiche filosofie non sono altro che stimoli per superare se stesso, per guadagnarsi il diritto di entrare nel regno che a loro di diritto appartiene: quello del monismo. Lo sapevano gli egizi, lo comprendevano i catari, gli alchimisti e gli ermetici. Lo raccontavano i poeti spunti sempre e sfidare lo status quo. Ma noi, oggi, immersi nei piaceri fasulli, nel successo attaccati al vanesio illusorio successo di un like lo abbiamo disimparato, diventando meno che uomini fruitori e produttori di bellezza di armonia e diventando sempre più simili a servi del caos.

Pertanto, il testo di Domizio Cipriani è di urgenza per ristabilire quel mondo sommerso, un atlantideo ricordo di filosofie dimenticate eppure vive e palpanti nel nostro Dna. Se è vero che Darwin parla dell’evoluzione (noi lo abbiamo smentito ancora oggi) non dobbiamo neanche scordare che, gli antichi miti parlavano di un’evoluzione bizzarra, affascinante, particolare, quella che vedeva esseri alieni, sovrannaturali, angeli o giganti, donarci la conoscenza. Questo significa che, almeno in parte, a livello di mente noi siamo e discendiamo dagli angeli. Non dai primati, sebbene a volte dubiti che per molti non sia vero, ma da esseri potenti e portentosi, discesi dalle Stelle a cui i nostri antichi progenitori sognavano di ricongiungersi attraverso veri e propri stargate viventi: dolmen. Menhir, cromlech e persino cattedrali poste in luoghi magici e straordinari.  Luoghi dotati di un magnetismo capace di rigenerare l’essenza stessa dell’essere umano, la sua genetica per portarlo a livelli di conoscenza a cui ha diritto. Perché è questo che raccontano gli antichi ordini cavallereschi.  Templari, Rosacroce, massoneria e Priorato di Sion non sono altro che custodi di quella antica sapienza capace di donare la vera libertà all’uomo, di liberarlo dai vincoli oppressivi non solo della materia ma della morale corrente, degli stereotipi, dei preconcetti, togliendo loro quella visuale preconfezionata e limitante che non si adatta a un’anima paragonabile a un fiume in piena. Poussin stesso racconta di come sia viva e fluida questa corrente sotterranea (non a caso nei santuari pagani riconsacrati esistevano le cripte segrete ove una vergine scusa fungeva da catalizzatore di quelle forze) nel suo stupendo, alchemico e simbolico quadro Les Berengers D’arcadie. In questo dipinto è sintetizzata l’intera architettura di questo importante, fondamentale tesato di Cipriani un fiumiciattolo apparentemente sottile ma indomito, capace di stupire i pastori e di far sorridere la figura femminile che sgorga da sotto una tomba antica, piena di crepe sì ma viva con iscritte la frase emblematica “Et in arcadia ego”.  È li, nella regione arcadia che si cela il segreto, spiegato abilmente dal Gran Maestro. L’arcadia infatti, simboleggia la terra idealizzata, dove la comunione uomo e natura, ma anche forma e sostanza o spirito e materia trovano la loro mistica unione ritornando al principio unico o Dio, unica fonte di origine del tutto e in cui tutto deve poter tornare.

Ma a cosa serve, oggi, in un mondo dotato di libertà, di progresso raccontare e ritrovare una simile tradizione?

Perché come capita spesso alle civiltà che arrivano a una sorta acme dello sviluppo sono accompagnate e insidiata da una maledizione del contrappasso: a cotanta spinta evolutiva scientifica e civile si accompagna una decadenza dal livello culturale, morale e umano. Ne è esempio la civiltà del rinascimento, dove accanto al notevole fermento innovativo si accompagnò il terribile virus dell’intolleranza sfociata nei roghi degli eretici e delle streghe. Ne è altro esempio allarmante l’età vittoriana, dove il progresso scientifico fu bilanciato da una recrudescenza della moralità chiusa e soffocante, incentrata sulla standardizzazione dei ruoli e sulla famosa Pruderiè. E noi siamo un ennesimo eclatante esempio. Il nostro percorso apparentemente in salita nel campo tecnologico è ostacolato e imputridito da una decadenza costante e intensa della cultura, dell’umanità e dei valori. Siamo cosi fieri di noi stessi, cosi incentrati nella scoperta dello spazio e dei misteri della natura, da aver scordato come si vive sulla terra. Pieni di crisi, crisi profonde che generano mostruosità considerate quassi normali da un’anima assuefatta al brutto. Un mondo basato sull’apparenza e sull’immediatezza tanto da trascinare in questo buco oscuro l’arte stessa, sinonimo un tempo di liberazione e di creatività. Ed è questo il momento di maggior declino che Cipriani tenta di arginare, donando al mondo in crisi, (perché la crisi si tocca quasi come se fosse una nebbia densa e oscura e tangibile) le conoscenze riservate, un tempo felice, a una ristretta cerchia di illuminati. Con illuminati, e Priorato di Sion, non intendo parlare di una cerchia di élite al potere, ma intendo il termine nella usa più pura accezione simbolica: illuminato, significa rischiarato, reso luminoso dalla luce naturale o artificiale. E che cos’è la luce?  Il termine luce deriva da latino Lux lucis dalla radice indoeuropea leuk che corrisponde al greco λευκός con il significato di brillante e bianco. Ma non solo. Un altro interessante termine greco per luce è Phaos/phòs la cui radice corrisponde il verbo phaìno che significa: mostrare.

E questo indica la luce e quindi l’illuminazione a essa associata come un mezzo e un percorso per imparare a vedere la verità raggiunta tramite la gnosi.

Ed è per questo che illuminazione ha, nel regno esoterico, il significato di poter distinguere il reale, le forme, la loro profondità e essenza. E ironia della sorte, della luce ci rendiamo conto solo se essa è assente, se restiamo, per motivi vari, incapaci di vedere. Quindi è quell’atto visivo luminoso di rivelare, di svelare che ci rende consapevoli che senza luce non ci è dato conoscere.

Ed è questo il motivo per cui la luce come elemento non solo fisico ma metafisico ha il significato di rivelazione di scoperta di una verità nascosta nella ombre, nel regno ctonio e oscuro da cercare, da trovare tramite un azione come quella di una Queste (ricordo a tal proposito la Queste du Graaal che è prettamente attiva ) o con un azione passiva come quella della meditazione, del vuoti interiore e della contemplazione.

E che cosa c’è di più profondo che scoprire la realtà della nostra provenienza (stellare) della capacità del nostro DNA di trasmetterci le essenze dell’evoluzione guidata, secondo i nostri miti, da intelligenze superiori, da divinità scese in terra come gli Annunaki, i Viracocha, il serpente piumato dei maya o i Tatua de Danann per non parlare dell’enneade egizia?

Attraverso studi accurati di autori come Lawrence Gardner, Adrian Gilbert, ma anche attraverso realtà controverse come quella di Rennes le Chateau e il suo protagonista Charles Plantard, per finire con l’esperienza straordinaria dei Templari e del mistico ordine di Ormus. Cipriani ci restituisce la nostra eredità ontologica più profonda, quella che per secoli ha guidato le azioni di grandi uomini, ha illuminato le menti per combattere contro l’oscurità dell’assolutismo. Perché senza la verità non ci sarebbe stato nulla a proteggerci dal potere, dalla finalità cosciente a dalla malsana tendenza umana all’autodistruzione. Ma non è soltanto un trattato filosofico esoterico quello di Order Temple ma soprattutto la descrizione degli effetti che la tradizione sacra ha sulla vita personale di ognuno. Domizio ci regale gli effetti reali e tangibili della sua scelta di abbracciare quella che Guenon chiamava la tradizione primordiale.

Questa tradizione ha effetti reali sulla vita del gran Priore poiché fa leva sulla percezione, e sul ruolo che il pensiero/ mente ha davvero sulla realtà che ci circonda. Percezione e pensiero sono intimamente collegati alla forma che il mondo tangibile assume ai nostri occhi e ai nostri sensi. Tutto è percezione.  Forma e sostanza assumono peculiari modalità espressive grazie al tipo di occhiali da vista che l’uomo decide o è costretto a indossare. Camminare questo significa cambiare il flusso dei pensieri che danno forma e sostanza a cosa ci circonda. È un concetto scientifico ma dalle profonde conseguenze metafisiche. Concentrarsi sul pensiero positivo presuppone un totale ribaltamento di sé stessi delle concezioni morale, persino etiche, dei valori mirando a intaccare, distruggere e ricostruire quella società civile che è responsabile primaria o secondarie del nostro apprendimento. Imparare, come ci spiega Cipriani, a considerare il mondo come energia, come strada per raggiungere la luce, ci porta a ribaltare profondamente gli assunti su cui si basa la nostra intera vita. Se tutto è energia lo sono anche i pensieri, anche noi stessi e pertanto saremo attratti da quella fonte a cui apparteniamo. Considerando la mente ricettacolo di questo mistero noi possiamo plasmare una realtà, fittizia come ci ricordano i buddhisti, trasformandola totalmente. come racconta Marion Zimmer Bradley nella “Nebbie di Avalon”:

“è il nostro pensiero a trasformare Gorno per giorno la realtà che ci circonda”

Ed è sul pensiero che si concentra l’esperienza di Domizio Cipriani allontanando tramite la consapevolezza di se, quel chi sei e cosa cerchi di cristiche memorie, la paure le ipocondrie e i limiti. Alla domanda chi sei cosa cerchi è di fondamentale importanza per innescare il sistema pensiero, per attivare la mente e farla precipitare nel percorso di ricerca di un nuovo modo di apprendere la vita e il reale. Gregory Bateson stimolava i suoi studenti con domanda, aforismi, storielle e non sense, metaloghi proprio per trascinarli verso il terzo tipo di apprendimento, tipico dei mistici, dei folli e degli artisti per apprendere ad apprendere: trovando cosi la via per tornare a quella fonte luminosa da cui tutto il nostro viaggio è partito:

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.  Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.

 

Ultimo dettaglio. Per troppo tempo l’ardine del tempio (templari) cosi come il Priorato di Sion sono stati oggetti delle teorie del complotto mondiale. Studio da anni queste straordinari ordini segreti e sono convinta che al pari della massoneria siano stati di importanza capitale per lo sviluppo umano, contenitori grazie ai quelli si è potuta salvare l’intera esperienza filosofica dell’uomo. Il concetto stesso, protetto da grandi uomini e donato per enigmi al mondo non è un concetto autoritario: sto parlando dei Rex Deus. E’ quello che sognavano grandi uomini come Tommaso Campanella e Tommaso Moro, cercando di far comprendere al mondo come la politica vera, autentica, non possa essere scissa dall’etica. Dalla morale si ma dall’etica mai. Domizio Cipriani, regalandoci i segreti dei loro riti aiuta noi che ci crediamo, a far tornare lo splendore in terra per mezzo di ordini che si ribellano al conformismo per tornare davvero all’essenza dei concetti filosofici. Gli ordini segreti oggi come un tempo, sono i baluardi contro il politicamente corretto arido e sterile, contro la barbarie del potere e della religiosità spinta all’estremismo, e contro la decadenza strutturale dell’uomo immerso in un ambiente anticulturale, banale e sopraffatto da una manipolazione ben più inquietante di quella urlata dai sostenitori del complotto: ossia quello del pensiero. Tramite mass media, tramite libri, tramite ogni agente socializzatore l’uomo sta regredendo. E la regressione porta a totalitarismi e violenza. Per questo l’emblema di Rennes le Chateau con i suoi anagrammi, i suoi misteri, le sue mille contraddizioni è da me considerata salvifica: stimola un pensiero e una mente atrofizzata. E gli accenni del Gran Priore Cipriani aiutano, guidano stimolano.

Da studiosa non smetterò mai di ringraziare per la possibilità donatomi per raccontarvi queste storie, per farvi comprendere che l’uomo è più di cosa ci raccontano:

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato

Che questo testo, prezioso e unico vi possa guidare davvero laddove anche gli angeli esitano. Lo dobbiamo a noi stessi.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

2 pensieri riguardo ““Templar Order” di Domizio Cipriani, Bastogi libri. A cura di Micheli Alessandra”

  1. Escludendo forse Dio, esiste un unico testimone della vita interiore di un uomo. Quando questo testimone non è perfettamente consapevole di sé o non è affidabile o è morto, diventa molto difficile giungere alla verità sul suo mondo emotivo. Quindi per le persone cieche, disoneste e morte (e ne ho incontrate di tutti e tre i tipi), spesso superano il contesto che chiarisce la loro natura.

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