Il primo aggettivo con cui si può descrivere questa opera è: spietato.
Privo di ogni filtro e pudore, l’autore butta violentemente in faccia al lettore una realtà cruda e difficile.
Un impietoso quadro del mondo editoriale dà la misura di un “sistema” che stritola e costringe i sogni di una gioventù speranzosa.
Ma speranza in cosa?
Principalmente nel veder riconosciuto il proprio talento, con la ferrea convinzione di possederne uno. Ma emergere è difficile quando la società si divide fra burattini e burattinai spregiudicati e ingannevoli, in un teatro composto da nobili decaduti e borghesi arricchiti.
La sensazione di soffocamento attanaglia il lettore dalla prima all’ultima pagina, ritrovandosi alla ricerca di una boccata di aria, come il protagonista.
Questa sottile e tenace ragnatela avviluppa sogni e sognatori, talento e volontà. La realtà è vischiosa come pece bollente e l’istinto spinge verso una via di fuga. Ma non sempre si riesce ad evadere nel modo in cui si desidera: si battono sentieri illusori di blandi riflessi di libertà, che si rivelano, alla resa dei conti, quasi più svilenti.
Questo libro è un inno alla lotta, non sempre vinta, ma sempre affrontata.
Piegarsi alle convenzioni conservando la propria dignità.
La vera domanda è: quanto ci è permesso cedere senza scomparire?
E quanto è permesso ribellarci senza perdere i privilegi conquistati?
Ah!
Eccola la realtà!
Eccoli i compromessi odiati e temuti che presentano il conto. Ed ecco ancora sogni e sognatori intrappolati in ragnatele, come mosche che freneticamente battono le ali.
Morire per rinascere, scomparire per riapparire vestiti a nuovo, giocando la prossima partita di poker cambiando carte, tavole e giocatori. Prendere a credito una nuova vita, con il bagaglio dei vecchi errori da trascinare dietro.
Amore, amicizia, fiducia, lealtà sono solo belle parole con cui riempire una mente illusa e manipolabile. La realtà è altro: è disincanto, spregiudicatezza, menzogna e tornaconto.
È vitale trovare il proprio posto nel mondo, è devastante l’affanno necessario, è deludente credere di averlo trovato ed essere costretti a un nuovo inizio; in un ciclo infinito di partenze senza scorgere un arrivo, se non nelle proprie speranze, troppo spesso disattese.
Uno stile crude ed essenziale, una forma impeccabile e minimale.
Ogni aggettivo, sfumatura o metafora si trova esattamente dove deve essere.
Pennellate di scrittura intense, brevi, decise.
Un romanzo da leggere, assolutamente.