Mi si permetta di dirlo, oggi c’è troppo pregiudizio.
E confina noi donne, esseri cangianti dalle mille sfaccettature in grigi esseri dediti tutti all’apparenza.
E’ vero che troppe di noi sono state fagocitate dalla tentazione dei social e le trovi li truccate perfette a parlare, fingendo una passione che non trovano.
Se poi non abbiamo voglia di sistemarci perché la donna deve essere assolutamente curata, esistono i filtri.
E cosi siamo tutti bellissimi burattini pronti a seguire il demiurgo di turno.
E questo senso di superficialità invade anche la letteratura, costringendoci e produrre libri dalle copertine sfavillanti, cosi ricchi di dettagli, ma poveri dentro.
Ecco perché oggi i libri risultano grigi, scarni ma sopratutto edulcorati cosi tanto da essere privati di quel pizzico di malvagità che ci appartiene, quella capacità di superare le difficoltà sporcando le nostre mani dalle perfette french con il fango.
Leggo cosi tanti libri da averne perso il conto.
Mille?
Diecimila?
So solo che ultimamente erano cosi aridi da inaridire pure la mia coriacea anima.
Poco capaci di osare e quando la facevano era solo per reiterare i peggiori pregiudizi, tutte felici di essere descritte come ebeti, ingenue biancanevi canterine.
Ecco che quando la Assassine edizioni sono apparse alla mia visuale, con la loro suadente voce, un qualcosa è scattato dentro di me risvegliandomi dal torpore.
Donne che scrivono gialli?
Nessuno stupore.
In fondo, io sono cresciuta con Agata elegante ma dal sorriso serafico. La foto di Agata è dentro di me.
Con quello sguardo che ruba dalla monna lisa la sua impenetrabile anima, misteriosa e complessa.
Una donna capace di andare oltre le convezioni e scrivere…di delitti.
Eh si in fondo noi donatrici di vita, in fondo la morte la conosciamo davvero.
E forse a differenza dell’altra parte della luna, non la temiamo.
Non abbiamo quel rapporto morboso che molti autori hanno con il genere.
Non abbiamo bisogno di scene raccapriccianti per far saltare sulla sedia il lettore.
E amnesia lo dimostra.
Fin dalle prime pagine il senso di claustrofobia e di orrore si fa strada. Una protagonista che non sa spiegarsi né le ferite, ne la sua mancanza di ricordi.
Cosa è successo?
Chi la minaccia?
Quale orrore la sua mente rifiuta?
Una ricerca che la rende selvatica, diffidente, sospettosa, insomma le fa abbracciare l’oscurità.
E noi che leggiamo ci lasciamo trasportate dal suo buio.
Una donna senza passato, con poco presente e nessun futuro.
Ecco che pagina dopo pagina non riusciamo a staccarci.
Il testo fluido diventa una melma vischiosa che ci cattura e ci invade il cuore e la mente.
Lo sentiamo quel dolore e quella paura.
Come se fosse nostro.
Il tempo si dilata e il libro prende vita, come una voragine ci porta dentro se…
Sentiamo di non essere più al sicuro, di non avere certezze, di non avere più punti fermi.
Amori e amicizia si ritrovano a essere altro che facciate di una commedia da cui, stranamente l’amnesia sembra volerla strascinare fuori.
E in questo caso a tenerci incollati non è tanto la scoperta di un colpevole, ma di un identità perduta.
Perché senza ricordi, in fondo, siamo nulla.
Ma soprattutto siamo fragili.
Sono quelli a forgiare la nostra personalità con la forza dell’esperienza. Nel buio ci sono solo ombre, minacciose e un ignoto che non fa altro che minacciarci.
E cosi l’empatia con la protagonista è completa, creata con pochi, sapienti tocchi, con una capacità rara di infondere alla parola l’emozione desiderata.
Qua è oscurità e insicurezza, fragilità ma anche la forza di andare fino in fondo alla ricerca di una verità cosi semplice ma al tempo stesso devastante.
Nessun luogo è un tranquillo paradiso abitato da elfi allegri e rubicondi. Ma soprattutto non è cosi facile distinguere il male.
Spesso non è l’uomo solitario che ci osserva, ma è il sorriso finto e feroce di chi ci invidia…
Basta.
Ho detto troppo.
L’avventura agghiacciante di amnesia non può essere e svelata, e un percorso che dovete iniziare con coraggio e un pizzico di spavalderia.
Siete pronti?
Attenti allora, il viaggio è piano di insidie e orrori cosi apparentemente piccoli che sono troppo sottovalutati dagli autori. Per creare tensione…basta il talento.
E fidatevi Patricia Walter, di talento ne ha da vendere.
E le assassine edizioni lo hanno ben compreso.
Amnesia è un luogo buio in cui entrare per uscirne cambiati.
Amnesia è il capolavoro migliore della narrativa psicologica che abbia mai letto.
Io fossi in voi mi ci immergerei.