
Maggie Scoop qualcuno di voi lo avrà capito è molto cara al mio cuore. Mi ricorda me ragazzina, alla sua età, piena di sogni e di orizzonti aperti sull’infinito.
Non che oggi non sia così.
Diciamo che se prima ero una ragazza ricca di vitalità e gioiosa oggi sono una vecchia signora ferita ma non abbattuta, un orso che quei sogni li tieni stretti perché è davvero ciò che le rimane.
Però mi piacerebbe che mia nipote e ogni ragazza, potesse godere di quella stessa entusiasta voglia di dare un nome ai quei progetti che so insegnante, ballerina, giornalista.
O esploratrice.
Tutto senza lasciarsi abbagliare dalle luci della mondanità che suadenti ci tentano con le loro promesse di un successo effimero e forse inutile. Perché vedete è vero che Maggie Sogna.
Ma per quel sogno si muove, ci prova e si impegna.
Mette in campo ogni briciolo di inventiva perché diventi azione e concretezza.
Questo fanno i sogni.
Non ci regalano ali ma gli strumenti adatti per costituirle.
E cosi senza stare seduta a illudersi, lei va incontro alle esperienze adatte per realizzarsi non solo come futura professionista ma come persona.
Perché in ogni avventura Maggie è un po’ più donna e meno ragazzina, più grande e meno piccola.
Ed è bello avere l’onore di viverla da vicino.
I suoi dubbi, le prime paure, le responsabilità che piano piano arrivano a bussare alla porta e anche la capacità che rende grandi quella di smettere di idealizzare i propri genitori.
E’ un quel momento in cui smettono di indossare la sfavillante armatura ma indossano i panni della quotidianità che diventiamo maturi.
E’ duro ma necessario.
E cosa dire dei primi batticuori?
Speciali e capaci di farci distogliere per almeno un stante inattenzione dalla nostra meta, forse per godere del viaggio e del paesaggio che ci regale.
Maggie è un po’ tutti noi è vero.
Ma per me rappresenta un ricordo oramai lontano, una rimembranza di ciò che, nonostante le ferite, le cadute e gli ostacoli, non dovrò mai dimenticare: la curiosità.
E’ quella che mi rende giovane anche se gli anni passano e le rughe adombrano il mio viso.
Io non sarò forse più una giornalista d’inchiesta come volevo da piccola.
Ma almeno con queste parole qualcosa posso lasciarvi: sognate ragazze. Ma sogni pieni di coraggio.
Sogni che travalicano i limiti del conosciuto.
Che scavalcano i recinti del concetto e della consuetudine.
Un po’ come fa Maggie che non si ferma all’apparenza ma indaga, non solo sui misteri ma anche sull’animo umano.
Siete sempre più Maggie e meno attrici di una triste commedia dell’arte.
Andate li, dove neanche gli angeli esitano.
E scoprite il colpevole di ogni sordida storia.
Ma soprattutto non smette mai di farvi domande.
E sarete sempre più Maggie e meno evanescenti.
Siate liberi.
Liberi di essere anche contro tutto e tutti.
Un po’ come la mia Maggie.