“Poscienza” di Roberto Maggiani, Il Ramo e la Foglia edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Sono davvero convinta che i libri arrivano quando devono arrivare. E lo so che la vostra tentazione sarà di dirmi ammazza che genialata hai tirato fuori.

Però, se è cosi ovvio perché questo ovvio non è sempre presente nelle nostre vite?

Tutto ciò che ci viene elargito, in fondo da filosofi e saggi è dannatamente ovvio.

Che siamo noi a rendere concreato ciò che vediamo.

Che ciò che chiamiamo realtà non è altro che frutto della nostra interpretazione, che un oggetto sarà diverso per ciascuno, che una nuvola avrà per tutti differenti forme.

Lo sappiamo.

Eppure ce ne dimentichiamo.

Ci dimentichiamo quelle frasi importanti, spirituali che vivono ogni giorno accanto e fuori di noi.

Perché spesso per noi il consueto o l’ovvio è qualcosa che corrisponde a banale.

Ovvio che il male distrugge.

Eppure è seducente abbracciarlo.

Ovvio che ogni cosa, azione, parola emozione torna indietro caricata di altre azioni, altre emozioni e significati.

Ovvio che se una persona mi da uno schiaffo, immotivato o meno, riceverà lo stesso.

Ciò che semini raccogli, ciò che raccogli in fondo, hai seminato. Ovvio, ovvio e ancora ovvio.

Ma a noi sto ovvio non ci garba.

Non ci soddisfa, non ci dona quell’aura di mistero che porta alla scoperta di un limite che è sempre di più messo a repentaglio.

E se superare il limite significa anche apprendere a apprendere come Bateson ci insegna, a volte oltrepassarlo è segno di sconsideratezza.

Se a uno schiaffo posso dare oltre il limite e il tabù una carezza, oltre il paletto posso anche appropriarmi del segreto dell’universo, spesso con risultati nefasti.

E quindi scusatemi se queste frasi “scontate” io le ripeterò sempre e comunque.

E cosi eccoci al punto di partenza: i libri arrivano quando devono.

E prestano la loro voce fatta di segni e di codici ( il linguaggio) a noi che ne abbiamo bisogno, per esprimere al meglio quel quesito che ci angoscia o dare finalmente la risposta all’indovinello della Sfinge.

E magari passare oltre l’architrave della porta segreta e scoprire cosa tiene custodito sotto le sue zampe.

Poscienza non è altro che la porta scoperta in quell’antro sepolto dai scoli, dalla sabbia del tempo, dalle ceneri del passato.

Poscienza è la mia risposta all’indovinello, quella che non ho mai potuto davvero formulare ,ma la sentivo sulla punta della lingua, pronta a gridare tutta la sua gloriosa ribellione.

Pos e scienza, due distinte passioni che da sempre hanno animato il mio movimento, che amo definire centrifugo verso il punto chiamato infinito.

Come una danza a spirale, che si allontanava per avvicinarsi ancora e ancora.

Poesia e scienza.

Sono passioni o ossessioni?

Non saprei dirmelo sapete?

La poesia è il modo di interpretare il mondo con il codice che voi chiamate cuore o anima.

Scienza è lo stesso modo di dare ordine al cangiante universo, dimensione o mondo con un codice altrettanto valido ma spesso ostico.

Non perché sia differente da quello poetico.

Ma perché forse più ricco di segreti.

Ossia la formula matematica.

Che oh sempre rifiutato.

Perché troppo arida o troppo chiusa nei suoi misteri.

Eppure se di matematica io sesso soffrivo l’impossibilità di penetrare il suo guscio, altrettanto familiari erano parole come sezione aurea, geometria sacra, geomanzia e persino i numeri delle piramidi.

E’ matematica anche quella, mi dicevano.

Eh no rispondevo convinta, quello è esoterismo e spiritualità. Capite?

Mettevo io stessa paletti per delimitare confini netti, tra l’aridità che dovevo percepire e la bellezza dell’immaginario.

Troppo immaginario e troppo ardito era andare nel cuore delle formule e delle equazioni.

Dove persino due più due poteva addirittura dare come risultato il cinque…

Eh no.

Se non mi date il quattro, ossia la dualità e mi fornite il cinque, ossia la quintessenza, il mondo mi sta dando vertigini.

E cosi no, la matematica DEVE essere arida.

Perché arido è rassicurante ANCHE in quel mio pedissequo odiarla. E la poesia direte voi?

Li è tutta immaginazione.

Non ci sono paletti, confini, le parole possono avere un doppio baule di significati, possono essere ridicole e senza senso logico. Posso dire fanfole o sualo senza problemi.

E’ il regno dell’Altrove.

E mi ospita quando ho bisogno di follia e di bizzarro.

E poco ci importa se qualcosa di sinistro emerge dalle silloge…qualcosa che sembra dare una sorta di regolarità alle rime, alle frasi con un senso logico anche nell’illogicità.

La poesia è musicale.

E mi rassicuro.

Solo che musica, ritmo e strofa possono essere anche equazionabili sapete?

Ecco che l’indovinello torna.

Non è affatto risolto.

Poesia è scienza, scienza è poesia e tutto cos’è?

Ecco che Maggiani arriva in aiuto.

Come l’apprendista stregone di Fantasia.

Sorride, mischia un po’ di filtri e eccola..poesia e scienza ora sono..poscienza.

Capite?

Ore i paletti sono stati tolti.

Gli opposti si risolvono in un mondo dominato dalla Sacra Unità. Scienza e poesia sono codici simili che parlano del nostro mondo.

Di regolarità e assonanze, conseguenze e divergenze.

Contrari opposti e simili.

Equazioni che possono dare cinque, sette o addirittura il segno di infinito.

E come sacre formule che riuniscono i bordi sfilacciati di quelle stringe che abbiamo tentato di legare in modo troppo forte, diventano semplicemente il sistema.

Interconnesso.

Splendido, magico e sfaccettato.

Pleroma e Creatura danzano assieme.

Matematica e musica sono della stessa banda.

Scienza e poesia si scambiano complici i codici.

Anzi sono gli stessi.

E cosi io mi sento rassicurata in ogni mio lato ossessivo e torno a brindare nei miei folli te con Cappellaio, Lepre, e Ghiro, disquisendo di Shelley Einstein, di stringhe, Muldimensioni, quanti e neutrini.

E brindare grati a Maggiani.

Ecco lettore.

Ora sei pronto per il viaggio?

Prendi la bisaccia, riempi il tuo zaino di possibilità, cerca la custodia dello Spartito e sopratutto…tieni stretto a te il libro.

Custodiscilo.

E’ magico sai?

E’ il libro segreto.

E’ il grimorio, quello vero, di noi matti, noi apprendisti stregoni, noi discepoli della poscienza..

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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