Decima Musa edizioni anche oggi ci regala qualcosa di prezioso, un’opera importante non solo per il valore insito nel contenuto e nella forma del suo scritto; conservato nella sua forma originale ma anche per la sua attualità mantenuta viva oltre un secolo dopo la sua pubblicazione originale.
Nonostante si possa pensare che la prosa in stile ottocentesco e le espressioni comunicative linguistiche dell’epoca possano risultare tediose, facendola apparire come una lettura impegnativa, vi posso garantire che non è affatto così.
Flavia Steno ha la modernità nell’anima.
Il suo scrivere è pura attualità che non passerà mai di moda, e leggerla non solo arricchisce culturalmente ma anche socialmente e moralmente, permettendo una crescita di lettura e di comprensione dell’evoluzione femminile nel corso del tempo grazie anche a queste donne del passato che hanno permesso a noi donne del presente di raggiungere determinati obiettivi di eguaglianza, di rispetto, di parità di diritti con gli uomini seppur ancora oggi molte barriere, molti concetti e atteggiamenti patriarcali continuino a emergere in superficie…
La riflessione che porta questa lettura è quindi sull’evoluzione della nostra società, del ruolo femminile ma anche della lingua italiana in tutto il suo splendore.
Così mi pare è una raccolta di articoli brevi ma molto incisivi e di grande influenza sul pensiero anche politico e culturale che apparvero sui giornali dove questa donna, straordinaria autrice e giornalista, pubblicava, tra cui il giornale Il Secolo XIX.
I suoi articoli avevano un forte impatto sui lettori dell’epoca e continuano ad averne oggi sui lettori moderni grazie alla visione femminile liberale che essa aveva.
Parliamo del primo decennio del 900 e Flavia Steno, giornalista e scrittrice fu anche direttrice della rivista La Chiosa presentata come strumento di alfabetizzazione politica e sociale.
In tutto ciò che pubblicava si percepiva la forza, la potenza e il desiderio di emancipazione.
Flavia Steno era uno dei suoi pseudonimi con cui pubblicava ma il suo vero nome era Amelia Cottini Osta e fu una delle rare giornaliste italiane che nel 1926 venne ammessa anche come corrispondente ufficiale di guerra.
Una donna geniale e lo potrete verificare attraverso i suoi scritti, una grande opinionista, coraggiosa e audace per il suo tempo che con le sue parole riusciva anche a promuovere l’attivismo patriottico femminile.
Pensate che nel corso della sua brillante carriera fu perfino condannata a 15 anni di reclusione per aver osteggiato il fascismo in seguito a una pubblicazione di un suo giudizio su libri di testo per bambini proprio sul giornale il Secolo XIX.
Ella è una delle figure di spicco insieme ad altre donne dell’epoca come Matilde Serao o Stefania Turr; Flavia Steno era consapevole dei tempi che stava vivendo e spesso aveva dovuto ricorrere all’uso di uno pseudonimo maschile per le sue pubblicazioni. Flavia era un’antifascista, una donna dal forte carisma e unafemminista non femminista perché seppur spingesse all’emancipazione femminile restava comunque radicata alla cultura patriarcale del suo periodo storico.
“Le donne scrivono quasi sempre di maniera” asseriva ella stessa, poiché raramente le donne osavano staccarsi dalla tipologia di donna che veniva imposta dalla letteratura maschile per descrivere la vera donna. La donna nella vita come nella letteratura del tempo doveva illudere gli uomini di essere docile, compiacente, nei libri le donnedovevano indossare la stessa maschera che indossano nella vita.
Mentire per poter lusingare le compiacenze maschili poiché l’uomo ha paura della realtà.
La donna moderna era infelice, dedita alla cura della casa, dei figli, del marito. Il suo ruolo era nel contesto della maternità, del matrimonio, della famiglia e della casa e quando le correnti femministe iniziarono a creare malcontento e ostilità, ogni rivolta verso il ruolo imposto dall’epoca e dal patriarcato era visto come ridicolo, inopportuno e non accettabile, quasi un’eresia.
In quell’epoca il ruolo della donna che non prendeva marito era accettabile solo se ella seguisse una carriera di prostituzione; quindi sempre al servizio delle esigenze e delle necessità degli uomini.
Dopo la guerra per poter mantenere la famiglia e sostenere le spese economiche e per supportare il lavoro nelle fabbriche la donna era necessario che lavorasse. Così l’insufficienza del guadagno maschile creo le madri lavoratrici.
Flavia Steno attraverso i suoi articoli che ci vengono presentati qui in questa raccolta in tutto il loro splendore e potenza letteraria e sociale invoca la donna alla riforma dell’educazione femminile, la donna come individualità sociale, dignitosa, responsabile, intelligente, forte, capace, coraggiosa ma soprattutto indipendente.
La sua scrittura lascia il segno, incide su l’anima del lettore con il suo entusiasmo e il suo carisma trasudante da ogni parola, il suo desiderio di far comprendere, di educare non solo le donne ma anche gli uomini al rispetto dell’individualità femminile.
Da questi articoli trasuda la sua grande apertura mentale, una scrittura diretta, onesta, vera, una donna dinamica evolutiva.
La sua visione della donna è straordinaria e di grande impatto politico e strutturale nel modo in cui ella scrive, espone, aprendo gli occhi, scatena il risveglio, stimola il necessario desiderio di cambiamento, una donna non laureata, non di cultura, non è inferiore a un uomo laureato o una donna accademicamente letterata. Poiché la cultura non si assorbe per osmosi negli atenei ma risiede nella ricerca, nell’osservazione, nella capacità di vedere, valutare, analizzare, contestualizzare tutto ciò che si vede.
Questa raccolta porta con sé il messaggio Universale, quello che potrà essere letto anche tra altri 3 secoli ma resterà sempre attuale.
Consiglio al lettore di questa bellissima raccolta di lasciarsi trasportare dall’onda emotiva dell’autrice che resta ad oggi una delle giornaliste italiane tra le mie preferite.
Affronta temi di grande attualità, una donna che aveva la forza e la visione per poter vedere nel futuro attraverso le difficoltà e le ingiustizie del suo presente.
Una lettura di grande spessore che consiglio vivamente di leggere.