“Punta Corvo”, Giovanni Barletta, Porto Seguro Edizioni. A cura di Barbara Anderson

Amo tutto ciò che mi scuote, che mi turba e che mi inquieta, amo quel genere di libri che mi scaraventano subito addosso le sensazioni forti, senza preparazione alcuna, senza preliminari “letterari” a facilitare l’accesso alle emozioni.

Punta Corvo è come acqua di tempesta, che si infrange sugli scogli, spietata, con l’intenzione di sfondare gli argini, di spaccare perfino la roccia e, con la perseveranza che solo il mare ha, alla fine ci riesce e sfonda tutto facendosi spazio tra tutto ciò che rimane poi alla fine delle tue barriere di difesa. 

Squarci, fessure tra le quali penetrano i pensieri, il dolore, la sofferenza ma soprattutto la realtà. 

Chi ha familiarità con la spiaggia di Punta Corvo avrà senza dubbio presente la sua bellezza: circondata da una fittissima vegetazione che crea un connubio per tutti e 5 i sensi.

La vista spettacolare del mare cristallino e azzurro più del cielo, il profumo della resina che si miscela con quello della salsedine e del pino d’Aleppo diventa qualcosa di inebriante e avvolgente; gli scogli, le enormi rocce che puoi sfiorare con le mani e percepire tutta la forza ma anche tutta la vulnerabilità al cospetto del mare.

Punta Corvo prende il nome dal colore scuro della sua spiaggia considerata una delle 10 spiagge più belle della nostra amata Italia. Non è di facile accesso al pubblico trovandosi tra collina e mare, la cala non è accessibile a mezzi di trasporto; la sua difficoltà di accesso la rende una spiaggia speciale, unica, intima, per tutti coloro che la raggiungono percorrendo un sentiero roccioso e erboso e scendendo per poi risalire oltre 800 gradini.

E qui, il protagonista della storia o meglio uno dei protagonisti: Giacomo Campidonico, vive la sua esperienza, le sue emozioni, le sue difficoltà emotive trovando in Punta Corvo un rifugio avvolto insieme alle isole del golfo ligure come un meraviglioso trittico di bellezza. 

Giacomo è un uomo di natura diffidente, prevenuto, solitario che a volte appare prepotente, un atteggiamento che ha maturato per spirito di sopravvivenza. Ama raggiungere la sua spiaggia a piedi solo con i suoi pensieri, i suoi ricordi e la sua malinconia.

Quando Giacomo percorre quegli scalini sembrano the stairs to heaven che si percorrono al contrario; si scendono per raggiungere il paradiso e si risalgono per tornare all’inferno.

Quando scende verso la sua spiaggia, Giacomo si allontana dalla sua rabbia, dal suo dolore e dal suo rancore.

Ripensa ai racconti di sua nonna, i più belli erano quelli in cui gli parlava della sua mamma, una donna che ai suoi occhi resta quella immagine barcollante e mai sobria, un padre fatto di silenzi. 

Cosa era successo a sua mamma, quella ragazza serena felice e piena di vita di un tempo? Ma soprattutto sobria che rimase incinta di questo figlio che ora è furioso con il mondo, con la gente e persino con la sua stessa madre.

Che peso hanno le parole?

Le parole sono importanti, e hanno un enorme peso e un impatto travolgente sulle azioni e le reazioni degli individui.

Per questo motivo le parole andrebbero dosate misurate e usate con cura e con delicatezza senza superficialità ma con un senso di forte responsabilità. 

Le parole sono potenti e possono scatenare un forte dolore emotivo.

Sapete non tollero le persone che si fanno forti di dire tutto ciò che pensano in maniera brusca e violenta; sparando a zero sul loro diritto di parola, sul loro coraggio di dire cose scomode. 

La libertà di parola non dà diritto all’uso della stessa come un’arma.

Ci vuole misura, ci vuole delicatezza modo e maniera. Si può dire ciò che si pensa e trasmettere il proprio pensiero in maniera educata e non offensiva.

Si dice che le parole abbiano un peso e noi abbiamo il potere e il dovere di farle “vibrare”. 

Le parole usate male feriscono ma se usate bene danno forza energia coraggio e valore possono farci aumentare la stima in noi stessi, la fiducia nel prossimo.

Le parole nutrono: nutrono sia il bene che il male e sta a chi le pronuncia decidere quale dei due elementi alimentare.

Giacomo è un commissario della narcotici che vive solo, isolato da tutti, stanco del suo lavoro, egli ha una grande capacità investigativa e intuitiva ma la passione è andata a scemare e ora appare più indolente che efficiente.

Cammina sulla sua spiaggia come un cavallo da soma che scava solchi sul terreno affondando nei suoi pensieri, i suoi errori, le sue mancanze, le sue paure.

Per tutto il romanzo si percepisce il disagio e il malessere di Giacomo, si vive quella sensazione di inadeguatezza, di disagio e di sofferenza che si porta addosso come uno zaino di cui si fa fatica a liberarsi perché all’interno c’è la sua vita, il suo passato, la sua storia da cui non è facile alleggerirti. Oltre alla storia del commissario però qui si intrecciano altre vite, altre storie, altre sofferenze, altri sogni e desideri.

Il povero Amir nato e cresciuto ad Alessandria, che vive nei ricordi della sua fanciullezza, tra i mercati, le moschee l’interpretazione del corano: un corpo che fluttua di vita attraverso i suoi ricordi di bambino mentre la sua coscienza giace tra il caos, il fumo, le fiamme e la frenetica attività dei pompieri.

In quell’incontro con Amir il lettore percepisce un senso di distanza, tutto appare ovattato ma al contempo amplificato. Ma non c’è solo Amir e la pizzeria in cui lavora, incontriamo anche una ragazzina di 16 anni, Elena che conosce il commissario Giacomo poiché egli è stato colui che arrestò suo padre; eppure ogni volta che lo incontra vede nel commissario una figura protettiva, quasi paterna.

Il commissario si trova a dover indagare su un incendio avvenuto proprio nella pizzeria dove lavora Amir, indaga, analizza informazioni, pescando tra le notizie accumulate cercando, selezionando, usando la logica e i fatti scartando ciò che non è utile e intascando ciò che potrebbe essere rilevante: una selezione complessa nel racconto, vite, misteri e situazioni si intrecciano, creano cordoni su cui si può salire, scendere, con i quali si intrecciano legami o si resta intrappolati, impossibilitati di muoversi o con cui togliersi perfino la vita. Le corde sono come le parole, possono essere usate per il bene così come per il male a seconda di chi le ha tra le mani.

Un incendio, il proprietario del locale apparentemente scomparso, la perdita di memoria che a volte è provocata da un forte trauma, altre può essere indotta come meccanismo di autodifesa inconscia; altre invece si tende a fingere di dimenticare perché non si vuole ammettere a se stessi la verità. 

Cosa è andato a fuoco in quel locale?

Chi ha causato l’incendio?

Amir è una vittima, un testimone o un criminale?

Insieme a Giacomo vivremo la sua vita e scaveremo in quella degli altri, vedremo come la questura di fatto non sia un’entità unica ma un corpo composto da vari organi, vari individui che interagiscono, che hanno conflitti, invidie, gelosie, rancori ma che hanno anche degli obiettivi di giustizia comuni. 

Conosceremo anche il commissario Anselmi che è dotato di un intuito e di un istinto capace di relazionarsi con prudenza nei rapporti umani, vedremo la differenza tra borghesia e proletariato che ci mostrerà come la classe sociale non sia intesa esclusivamente come una questione di benessere economico, come questa sia anche un abito morale che si indossa.

Una storia dove si vivono i compromessi, le amicizie, le conoscenze, i legami, quelli con le persone ma anche quelli con il proprio passato.

Una lettura amara per molti tratti ma necessaria in cui il tempo per leggere si dilata estendendo il tempo per vivere.

Un romanzo che è di fatto un tributo al sacrificio che mi ha anche fatto ricordare che il tempo per leggere non è misurato in base al tempo che si ha per farlo ma è quello che concediamo a noi stessi.

Io merito la gioia di essere una lettrice; leggere per me è un premio che merito di ricevere.

Ringrazio l’autore per avermi offerto questa bellissima opportunità di lettura e di esplorazione dei sentimenti umani, dei ricordi, delle parole e delle verità, quelle che diventano a volte menzogne prima di rivelare la loro vera identità.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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