L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte
Lettera ai Corinzi 15,26
Quante volte abbiamo letto questa frase, sdoganata dalle lettere del buon san Paolo e resa famosa dalla nostra zia Jane?
Tutti credo.
Ma pochi come me si sono fermati a riflettere: perché considerare nemico un fatto collegato al nostro ciclo vitale?
Quello che ci accomuna a fiori e piante, che nonostante abbiamo avvinto di colori terrificanti, per chi ha una mente curiosa non sarà altro che un altra, grande scoperta.
In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura.
Albus Silente, Harry Potter e la pietra filosofale
Un avventura, una porta che ci aprirà scenari diversi, mai congrui alle nostre personali aspettative, che nessuno potrà mai descrivere.
Oh se ci hanno provato.
Poeti, scrittori, pittori, tutti a dipingere quel paesaggio che nessuno sa.
Ognuno colorandolo delle proprie idee, ideologie, credenze e speranze.
Ma nessuno riesce lontanamente a immaginare cosa si cela dall’altra parte. Possiamo solo narrarlo con gli occhi delle fede, qualsiasi fede, che sia religiosa o atea o scientifica.
Possiamo solo esorcizzare la paura dell’ignoto con la nostra arte creativa, sperando sempre di sbagliarci e che questo ultimo nemico sia diverso da come lo immaginiamo, più semplice, più riconoscibile, come un amico che non vediamo da tanto tempo e all’improvviso ci chiama sorridente.
Forse la morte è davvero un altro sogno, un altra dimensione, un altra storia da raccontare e raccontarsi, perché soltanto con le parole noi tracciamo le linee essenziali dell’eternità.
L’ultimo nemico è sicuramente un perfetto thriller colorato di distopia, da leggere con il fiato sospeso.
Ma è anche, per i fini intenditori, un viaggio filosofico attraverso la nostra più grande paura, la signora con la falce che non risparmia nessuno da secoli.
Possiamo tentare di gabbarla con la scienza, o con la musica come ci dimostra il mio amato Branduardi in ballo in fa diesis minore.
Possiamo affrontarla con occhi di brace e essere immortali grazie al nostro tentativo di confinarla in rigidi concetti.
Ma ci sfuggirà sempre.
Anche nell’ultimo nemico il sogno di Picard, intelligente e lungimirante scienziato, lei regna sovrana.
Tuttalpiù ritardiamo il nostro arduo incontro con il suo cinereo volto.
Ma palla fine bussa sempre.
Nello stravolgimento apportato dalla scoperta del Teleomerax, essa non fa altro che ballare fiera e sarcastica.
Tra morti, intrighi, velleità umane tutte improntate alla ricerca del potere, lei occhieggia beffarda.
Non potete sconfiggermi sembra sussurarci sorridente.
Eppure io, in quel sorriso feroce, non ci ho mai visto nulla di macabro.
La morte è li soltanto per amore.
E lo capisce il nostro scienziato alla fine del suo lungo, lunghissimo viaggio attraverso anni, epoche, sempre improntate alla perfidia del potere che seduce gli uomini facendoli alleare con l’unico vero nemico: l‘ingordigia e la voglia di dominare l’altro.
Ecco che la morte è solo il mezzo per aver un sano timore di Dio, affinché si possa comprendere che esiste sempre una legge sacra da rispettare, che nulla ha da spartire con l’immobilismo fanatico religioso.
La morte è lo stimolo a superare i nostri limiti a vivere sempre con maggior passione quella vita, importante finché è la nostra, da rendere CAPOLAVORO assoluto, non distruzione oscena.
E il timor di Dio, in fondo, è questo: sapere di avere nella nostra anima un lato oscuro, lato terribile, cosi degno sia di venerazione come di spavento.
Il timor di dio non è il limite da superare, ma è semplicemente il rispetto che dobbiamo portare ai nostri doni, l’intelletto, la creatività, la fantasia e tutto quello che da questi straordinari strumenti può nascere.
Vedete l’uomo è immerso in un ordine strutturato che il nostro dio, quello vero non quello creato dalla nostra finalità cosciente, ci invita a nominare.
Capite?
Nominare ossia rendere esistente.
E nominare comporta l’osservazione, e l’osservazione è il primo passo della sperimentazione tattile e mentale.
E cos’è questa se non la scienza?
La scienza è il riconoscimento della meraviglia che ci circonda.
Lo stesso Picard non fa altro che emozionarsi davanti alle scoperte del DNA dei telomeri.
I telomeri sono le strutture che permettono al DNA di replicarsi e formare una copia esatta della cellula originale, solo che con il passare del tempo diventano sempre più corti, fino a quando la cellula non è più in grado di riprodursi correttamente e muore.
Del resto come non stupirsi delle meraviglie del corpo?
La struttura perfetta, ingranaggio di un meccanismo con una precisione maniacale.
E che dire dei numeri dell’universo, quelle costanti che sono alla radice di tutti i fenomeni del mondo e ne determinano il ripetersi sempre uguale, con una perfetta sincronia.
Allora la morte non è l’ultimo nemico.
Il vero antagonista di noi stessi va ricercato in un sistema che non cambia mai, nonostante le diciture sociologiche che identificano ogni finto stravolgimento come nuovo ordine.
i grandi conflitti dello scorso secolo sono successi in periodi di tumultuoso sviluppo. Pensi solo ai progressi della fisica, alla scoperta dell’energia nucleare a cavallo delle due guerre. Tutto questo ha scatenato una sequenza di invidie, timori, risentimento e disordini economici che sono infine sfociati nella guerra. Quindi, niente di nuovo.
Un sistema che fa dello scontro, della competizione la sua raison d’etre, descritto perfettamente dal nostro Luchesini, con una bravura rara, con la capacità di coniugare tensione e riflessione.
Un mondo distopico?
Forse molto meno di quanto immaginiamo.
E’ lo scenario di chi vuole semplicemente raccogliere la sfida di signora morte e provare a cambiare se stesso, con la sua intelligenza, la sua evoluzione personale, per creare un uomo nuovo, o una razza che possa finalmente imparare dagli errori e procedere verso un apprendimento diverso, quello del terzo tipo tanto auspicato da Gregory Batson.
Allora oltre a restare avvinti da queste pagine, raccogliamo la sfida di Signora Morte e cerchiamo di superare i nostri limiti per raggiungere, finalmente, un armonia tanto agognata ma tanto lontana.
Complimenti Luca.
Emozionarmi non è affatto facile.
E tu ci sei riuscito
Il Telomerax permette di ampliare le opportunità, e questo è esattamente quanto facciamo da quando abbiamo abbandonato le caverne. Se ne fossimo stati più consapevoli, avremmo forse potuto evitare tutte le tragedie che ci siamo auto-inflitti lungo il percorso.”
Ecco che cosa ci manca: una sana, necessaria consapevolezza di noi stessi. E nulla, neanche la scienza potrà darcela.
E’ la nostra scelta.