Ricordati di uccidere”, di Angela Cavazzuti, thriller, La Feluca Edizioni. A cura di Jessica Dichiara

Il mostro più crudele è dentro di noi e spesso non ci accorgiamo neanche che c’è fino a quando non esce fuori a chiedere il suo tributo di sangue.

Un thriller psicologico capace di trascinare il lettore in un vortice di domande che rimarranno senza risposta, di paure da esplorare e di incertezze con le quali fare i conti.

Siamo in Belgio, e viaggiamo su luoghi che la Cavazzuti riesce a farci esplorare abilmente grazie alla sua esperienza diretta e a una prosa appassionata. Non meravigliatevi dunque se riuscirete a sentire l’odore di cipolla rosolata e di hot dog mentre camminate per l’affollato mercato delle pulci in Place du Jeu de Balle.

Jann, uno scrittore senza regole e con una predilezione per la scrittura istintiva, quella che in preda a un attacco di ispirazione ti fa scrivere ininterrottamente perché l’attimo rimane irripetibile e le parole vanno catturate al momento giusto.

Parole che spingono per portare altrove, dove la memoria si rifiuta di andare e dove noi lettori vorremmo entrare per esplorare e portare a galla la verità che si insinua misteriosamente dentro le nostre coscienze e ci chiede pegno.

Cosa siamo disposti a dare in cambio della verità?

Siamo costretti a rapportarci con una psicopatologia che rimane tra le più misteriose e che ci chiama alla conoscenza e alla comprensione e non sarà semplice come percorso. Ciò che invece sarà semplice sarà proprio il rapporto empatico tra il lettore e Jann che uscirà dalle pagine per farsi abbracciare e con il quale non riusciremo a evitare di essere solidali.

La narrazione va avanti in modo senza dubbio originale passando dalla suspence e dal sogno talmente realistico da far venire i brividi alla realtà che in alcuni passaggi risulta ancora più inquietante e misteriosa del sogno stesso.

Non sono pagine che potrete lasciare prima della fine. Gli stessi capitoli, seppur brevi, sono talmente legati l’uno all’altro che la svolta della trama non riesce a decretare una pausa ma spinge a continuare a sfogliare i ricordi ammantati di terrore.

Un incubo che vuole essere un sogno. Un sogno che vuole essere un libro. Un libro che riesce ad essere un incubo grazie alla mente umana capace di anticipare le sensazioni e di oscurare all’occorrenza anche il sole.

La follia declinata così abilmente da essere quasi poetica, sicuramente sorridente.

Il mistero si fa complice di questa storia che indizio dopo indizio porterà alla conclusione che non vorremmo leggere, a cui ci siamo preparati pur sperando nell’ennesimo colpo di scena.

Un thriller, senza dubbio, con tutte le caratteristiche tipiche di questo genere, con una nota di poesia in più data dalle varie sfumature psicologiche presenti e con uno sguardo a quella violenza che riguarda tipicamente le donne.

Donne maltrattate

Donne abusate

Donne sacrificabili e sacrificate

Donne che fuggono

Donne che si salvano

Donne che salvano

Donne che amano anche il mostro che alberga dentro ognuno di noi

Mi verrebbe da discutere con voi dell’importanza della figura materna nella vita di un uomo o delle problematiche legate ai rapporti di fratellanza che non sempre sono come li immaginiamo o come li vorremmo, ma sono sicura che nel parlarne finirei per svelarvi troppo in anticipo dettagli essenziali e lungi da me dal dare troppi indizi.

Se volete ne possiamo discutere dopo! Venitemi a cercare!

Consiglio per la lettura: siate svelti nell’indagine c’è Baudelaire da salvare!

Ps. Cara Angela, confermo, almeno un poco, questo libro mi è piaciuto. Jess

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