“Il giovane Giovanni” di Giovanni e Gianluca Serioli, Marco Serra, Tarantola Editore. A cura di Barbara Anderson

Oggi vi parlo di questo particolarissimo romanzo dove l’inchiostro prende forma sulla carta grazie alle parole e ai ricordi di Giovanni e alla collaborazione di suo figlio il quale ha avuto cura di far sì che la storia di suo padre potesse diventare una storia accessibile a tutti.

Sapete lavoro da oltre 3 decenni in ambiente ospedaliero acuto, e spesso ho la responsabilità di persone di ogni età, da giovani ragazzi ad adulti, fino ad anziani e ogni volta che osservo una persona anziana che chiamiamo sempre per nome di battesimo penso che quella persona è la sua storia e che non è semplicemente la patologia per la quale è stata ricoverata in struttura ospedaliera ma è ancora quel bambino che è stato un tempo. 

Quel giovane pieno di sogni e di aspettative per la vita. È stato un adulto, un compagno, un figlio, un fratello, un genitore ma soprattutto è stato ed è un’entità unica di questa folle vita e, per quanto con il passare degli anni il corpo cambi e diventi più fragile e vulnerabile, la vera essenza di quella persona sappiate che resta perfettamente integra anche quando la malattia prende il sopravvento persino della mente e dei suoi ricordi che sbiadiscono.

Io vedo le persone nello stesso modo in cui vedo i libri, vado oltre quello che appare e scavo in quello che il tempo e le parole celano.

Non so se sapete che in Danimarca già dal 2000 fu presa un’iniziativa fantastica che si chiama The human library e la particolarità è che in questa libreria anziché prendere in prestito un libro ci si può far raccontare da una persona la sua storia.

L’idea di questa spettacolare iniziativa è quella di far conoscere le storie di persone che appartengono a categorie emarginate e che subiscono discriminazioni di qualsiasi tipo, in modo tale da far superare i pregiudizi che le persone potrebbero avere nei loro confronti.

Ogni persona può instaurare un dialogo con il suo “libro umano”,uno che racconta la sua storia e l’altro che ascolta e fa domande per conoscere meglio e per capire.

Ogni persona è identificata da un titolo: ex alcolista, transgender, vittima di abusi sessuali, persona con disabilità ecc…

Immaginate il potenziale di un’iniziativa del genere?

Ecco, lo stesso potenziale lo ha questo libro e la storia meravigliosa di Giovanni.

Giovanni ha oggi 89 anni, è residente in una RSA: residenza sanitaria assistenziale e inizia a scrivere e a raccontare la sua storia straordinaria fatta di povertà, di sofferenza, di dolore, di sfortuna ma anche di rivalsa, di voglia di riuscire a fare di più della propria vita rispetto alle aspettative prefissate dalla sua disabilità. Un uomo che raccoglie pezzo dopo pezzo frammenti della sua storia e ricomponendo i pezzi ci mostra il risultato finale, quello di un uomo che nelle difficoltà si è sentito deluso, spezzato, svantaggiato sotto molti aspetti, anche umiliato in molte circostanze ma che poi ha anche incontrato persone generose, altruiste, persone che lo hanno visto oltre la sua disabilità, la sua capacità di imparare, di esporsi alle difficoltà della vita con forza e coraggio, ma soprattutto con immenso amore.

Aveva appena 4 anni, quando per un banale incidente e una caduta, la sua vita, il suo futuro prende una direzione tortuosa e complicata.

Trasferito in un ospedale lontano dalla sua famiglia verrà sottoposto a cure, terapie e riabilitazione per ben 4 anni! Pensate 4 anni lontano dalla mamma, dal papà, dalla sua famiglia, dalla sua casa, cresciuto e allevato dal personale ospedaliero, dai medici e dagli infermieri.

Quante volte i bambini cadono e si sbucciano le ginocchia? Giovanni cadendo aveva disintegrato la sua vita, solo più avanti si venne poi a sapere che oltre all’infortunio era stato colpito anche dalla poliomielite.

Le risorse mediche diagnostiche e terapeutiche di quel tempo erano ovviamente ancora allo stato embrionale rispetto ai nostri giorni. Motivo per cui la vita di questo bambino, che diventa adulto in una condizione molto complessa diventa ancora più preziosa.

Come si vive un’infanzia da diverso,un’adolescenza, come si affronta la maturità e le relazioni sociali, sentimentali, emotive?

La forza di Giovanni è stata immensa tra il cercare di mantenere un atteggiamento positivo anche quando le cose erano complicate e pesanti da dover affrontare,il sorriso non perderlo mai dice una canzone e Giovanni quel sorriso lo ha riacceso ogni volta che la vita, i commenti delle persone, anche quelli di pietà a volte spegnevano.

Giovanni divide la storia nell’infanzia, adolescenza, la maturità e gli anni d’argento ma soprattutto ci racconta un percorso dove si incontrano i cuori buoni e i cuori cattivi.

La forza della mamma, una donna di umili origini contadine, che oltre ad avere un figlio invalido dovette affrontare anche la morte del marito in età giovanissima: sola con 5 figli da crescere, un fardello di responsabilità inimmaginabile che ha portato sulle spalle con forza, con dignità e coraggio.

Erano altri tempi e la solidarietà di tutti era qualcosa di davvero spettacolare in quegli anni.

Oggi questa solidarietà è diventata rarissima poiché ognuno è centrato su sé stesso e tende ad allontanare i problemi degli altri, cosa invece di notevole importanza sta proprio nel prendersi cura delle persone in difficoltà; il senso di comunità, di collaborazione, di famiglie che aiutano e sostengono altre famiglie. Giovanni, nonostante una vita difficile e complessa, è un uomo appagato e felice, ricorda sua moglie, la donna che aveva visto oltre quella disabilità che altre donne avevano scansato, perfino Giovanni stesso era in un periodo diventato freddo e arrogante, allontanando lui stesso le donne che gli si avvicinavano poiché spesso ferito dal rifiuto. Si diventa a volte ciò che ci viene mostrato ma poi per fortuna si riesce a ritrovare sé stessi soprattutto quando si incontrano persone che vedono, rispettano la nostra diversità, ma anche il nostro valore. Giovanni non era e non è un disabile ma un diversamente abile, ha una moltitudine di altre abilità che lo rendono identico a qualsiasi altra persona ma al contempo unico.

Cosa ci insegna la storia di Giovanni? 

A non mollare mai; a restare saldi sui nostri passi, seguire le nostre aspirazioni, i nostri desideri, a non abbattersi alle difficoltà della vita e a cogliere ogni opportunità anche quella che sembrerebbe inizialmente quasi impossibile. La resilienza, la forza, il coraggio. Trovare la forza nel dolore, nella sofferenza e soprattutto la voglia di riscattarsi, di dimostrare non solo al mondo ma anche a noi stessi che siamo più di quello che veniamo definiti dagli occhi di chi ci percepisce diversi.

La vita dice un vecchio detto è fatta a scale: c’è chi le scende e chi le sale.

Ci sono giorni in cui il mondo ci cade addosso e altri in cui la provvidenza ci viene in soccorso e ci regala gioia e speranza. È tutto un attimo fatto di cuori, di cuori buoni e di cuori cattivi.

Nella vita dobbiamo accettare ciò che ci accade con umiltà, percepire il vero senso delle cose e della vita.

Un messaggio fantastico che spesso Giovanni ci ripete che se lavorerai di buona voglia, il frutto arriverà dopo la foglia.

Chi semina raccoglie e chi semina il buono raccoglie bontà.

Una storia di vita vera dal sapore a volte amaro come il fiele, altro dolce come miele. Una storia fatta di emozioni, di umiliazioni, di solidarietà, di amore, di coraggio, una storia scritta con il peso della vita ma anche con la leggerezza di un cuore che era nato buono e che la vita non è mai riuscita a far diventare cattivo.

Giovanni è quel frutto che è arrivato dopo la foglia e attraverso questa lettura ne assaporiamo tutto lo straordinario sapore e ammiriamo la sua bellezza.

Impariamo la vita da chi l’ha vissuta soffrendo e che ad oggi ancora ha voglia di dire ai giovani quanto sia bello viverla nonostante tutte le mille mila difficoltà.

Complimenti a Giovanni e a suo figlio per aver insieme abbracciato questa avventura condividendola con noi lettori.

Alla fine del libro vuoi un bene infinito a Giovanni, a tutta la sua straordinaria famiglia e a coloro che gli sono stati sempre accanto.

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