Abhorsen, Garth Nix, Fazi Editore. A cura di Barbara Anderson

E come per magia apro gli occhi e mi ritrovo davanti un enorme muro.

Un muro eretto per proteggere, per dividere o forse solo per intrappolarti in un luogo senza che tu possa vederne un altro.

I muri sono limiti che vengono eretti e che hanno la necessità di essere superati.

Mi trovo nell’Antico Regno di Garth Nix.

Fazi Editore grazie a una traduzione eccellente riesce a proporre ai suoi lettori il terzo volume di questa meravigliosa storia ambientata nell’Antico Regno, frutto della fervida immaginazione del grande Nix Garth.

Ritroveremo i personaggi che tanto abbiamo amato e che abbiamo imparato a conoscere attraverso le loro straordinarie avventure in un mondo fantastico, oscuro e meraviglioso.

Un mondo fantasioso che però ci riporta grazie alle emozioni e ai sentimenti dei protagonisti all’esplorazione perfetta del nostro mondo reale poiché siamo tutti eroi nella vita che viviamo e nelle storie che scegliamo di leggere.

Sabriel, la regina del Antico Regno, cresciuta in un collegio al di là delle mura antiche, in una terra che crede ben poco alla magia, incontrerà un messaggero; dovrà recarsi in soccorso a suo padre indossando il mantello di Abhorsen. 

Gli Abhorsen utilizzano campane negromantiche infuse di magia della Carta addomesticata e hanno il compito negromantico di rimandare le anime dei morti al luogo cui appartengono.

Gli Abhorsen sono l’ordine delle cose in un luogo dove i morti intendono restare vivi. Sabriel è forte, coraggiosa e determinata. Un viaggio, il suo, di consapevolezza e di accettazione del suo ruolo e del suo destino.

Lirael ci riporta invece nel regno antico 20 anni dopo Sabriel cresciuta nella famiglia Clayr, una famiglia composta solo di donne che vivono in un luogo descritto divinamente che vi incanterà con i suoi paesaggi e con le sue descrizioni così dettagliate da rendere quei ghiacci come gioielli da indossare sulla vostra stessa pelle.

Esse vivono in un ghiacciaio e sono delle veggenti capaci di vedere immagini nell’acqua ghiacciata, un dono che però Lirael sembra non avere; ma Lirael non solo non ha il dono della visione, non ha una madre, né somiglia a nessuna delle donne della sua famiglia.

Lirael lotta per trovare la sua identità e in questa ricerca troverà un’amicizia e assumerà un ruolo rilevante per la salvezza del Regno.

Ciò che ho amato di questo romanzo è la rappresentazione femminile; la forza delle donne, il coraggio, la determinazione, la scoperta di sé stessi, il loro rinnovarsi e cercare risposte attraverso domande e curiosità ma soprattutto come la morte è stata rappresentata.

Sabriel per abbracciare il suo ruolo dovrà imparare a conoscere la Morte nella sua intimità più profonda, poiché la morte sembra sempre qualcosa di così distante dalla vita e spesso fingiamo di non conoscerne l’esistenza, sperando di tenerla il più lontano possibile.

Sabriel invece la morte la guarderà negli occhi, la respirerà in tutto il suo putrido odore e non ne avrà paura poiché ella saprà domarla grazie al potere ereditato dalla sua famiglia.

La costruzione del mondo affascinante, l’esplorazione della solitudine, la paura della negromanzia, rende i toni cupi svelando quei demoni personali prima ancora che i veri demoni si manifestino. 

In Abhorsen i nostri eroi, le nostre eroine crescono nei loro ruoli e ne diventano all’altezza.

Nix mette al fianco dei nostri eroi due creature del regno animale che rendono la storia ancora più avvincente e accattivante: il cane poco raccomandabile, il migliore amico di Lirael; evocato da una statua di cane il quale si rivelerà essere quello che si chiama un Bright Shiver e poi Mogget il gatto parlante, irriverente, sarcastico con tutte le caratteristiche tipiche di un felino, opportunista. Furbo, pigro che nel finale non smentirà né sé stesso, né le sue origini, né il suo carattere.

Mentre il cane canaglia è misterioso e fedele, Mogget è sarcasticamente un bastardo senza ritegno né pudore.

Attraverso questo viaggio nell’oscurità che si abbatte di nuovo sul Regno Antico seguiremo la crescita personale di tutti i protagonisti; non solo quelli umani ma anche quelli animali poiché ognuno ha un suo destino, un suo ruolo in questa storia, così come ognuno di noi lo ha nella sua esistenza.

Nix mescola un regno di magia proprio al confine del mondo che definiamo normale. In bilico dove ognuno cerca di trovare il giusto equilibrio per non cadere.

Il linguaggio è fiabesco, ci sono campane magiche e castelli.

7 campane, 7 dimensioni; siate pronti a vivere un’esperienza che definirei di meraviglia e stupore.

Dove il bene non è un’entità distante dal male così come la vita non è distante dalla morte, nel momento in cui imparano a rispettare l’equilibrio delle cose tutto diventa più semplice.

I punti di vista dei vari personaggi della storia sono molto intimi e profondi.

Nicholas che si farà sedurre dal male ci insegna la vulnerabilità umana ma anche il potere e la forza di poter sempre scegliere cosa fare e come essere.

Ognuno ha la sua natura e questo ce lo insegna il gatto Mogget, un demone fastidioso e, se mi concedete il termine, anche un po’ infame, malfido e sleale.

La felicità si raggiunge nel momento in cui si è quello che si è non ciò che gli altri si aspettano da noi.

Un messaggio che ancora ad oggi è importante non solo per gli young adults ai quali è destinata questa storia ma anche a noi adulti. 

Ho letto tempo fa che la morte e la vita sono due amanti che dormono nello stesso letto ma che si danno le spalle e quando si guardano negli occhi si varcano i confini di entrambi.

In questa storia la morte si affronta, si accetta, si rispetta e si supera.

L’equilibrio degli Abhorsen capaci di utilizzare poteri pericolosi basati sulla magia libera negromantica e quella benevola della Carta per controllare i cancelli del regno della morte vi conquisteranno.

Le 7 campane 

Ranna: la portatrice del sonno

Mosrael: il risvegliatore

kiberth: il camminatore

Dyrim: l’oratore

Belgaer: il pensatore

Saraneth: la legatrice

Astarael: l’addolorato.

Ognuna di queste campanelle risuonano anche nel corso della nostra esistenza assumono altre forme, altri colori, ma sono la nostra guida, quel suono che ci permette di andare avanti, di fermarci e di riflettere, di proseguire un percorso e di legarci ad anime affini.

Questa serie detiene la naturale bellezza del fantasy originale: i suoi protagonisti non si ribellano al loro destino, e alle regole del loro regno, invece cercano di proteggere, riparare e difendere le strutture fondamentali del potere.

Lo stile di Garth è seduzione allo stato puro.

Al di là del muro c’è una realtà progressista che si è allontanata dalla magia per dare spazio allo sviluppo della tecnologia.

La vita mi affascina così come la morte. 

La lettura mi concede la possibilità di vivere e morire restando esattamente dove sono.

Nix Garth è un costruttore di sogni fantastici e di incubi inquietanti.

Qualcosa da portare nella nostra realtà per farne una nuova visione alternativa.

Bello, molto molto bello.

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