“Naufragi di paesaggi interni. Frammenti” di Andrea Ravazzini,Collana Il Fiorino – Edizioni Gruppo SIGEM. A cura di Patrizia Baglioni

Non sono pochi 25 anni di poesia.

Andrea Ravazzini attraverso le sue poesie non solo regala al lettore versi delicati e ispirati ma rappresenta una buona fetta della sua vita dal 1997 al 2022.

La poesia rispetto agli altri generi letterari ha la capacità di rappresentare l’interiorità attraverso immagini, pensieri, riflessioni… ma soprattutto attraverso il linguaggio.

La scelta lessicale, la lunghezza del metro, i termini ripetuti, le eventuali figure retoriche indicano la maturazione del soggetto, così come le tematiche.

Andrea Ravazzini inizia a raccontarsi e nota dettagli: intermittenze, crepature, sfocature, nuvole appuntite, l’indefinito sembra governare le sue ore e raccontarlo risulta liberante.

Tutto ciò che colpisce il poeta viene espresso come il fragore “nello spezzarsi del lampo”, o lo spavento che imprime il fiume, neanche la speranza sembra calmare le inquietudini.

Inquietudini

Triste sorte

l’incrinatura assorta

che non s’acquieta

e bisbiglia, bisbiglia,

nel letto di notte angoscia

che morsa.

Il nucleo è buio.

23 giugno 1998

Le emozioni espresse nelle prime composizioni sono intrise d’afflizione, sembrano “Rifiniture di Mancanza”; il poeta esamina senza filtri ciò che non ha e ciò che aspira ad avere.

Passano gli anni, ma lo stato di gettatezza non muta, i giorni d’autunno sembrano frammentare gli stati d’animo e il crepuscolo non è “null’altro che un infinito sbiadente”.

Cosa può fare allora la poesia?

Poesia

Densità quaggiù,

assorta,

che sostiene e congiunge,

ammantata

da un velo di nebbia,

che non ha nome,

ma sorte

d’ebbrezza

a cui guardare

per dipingersi un destino

negli antichi testi

di coloro che

furono,

sono

e saranno

l’ardore dell’animo

27 marzo 2001

La poesia ha il compito ingrato di cercare la verità e raccontarla, metterla a nudo, mostrarla anche al lettore per incitarlo a trovare la propria, ad innescare la ricerca interiore.

In realtà l’uomo nasconde, ma arriva il momento della disperazione, della preghiera e della resurrezione e infine del risveglio che attende “l’inscoperto”.

L’esistenza umana appare allora come una resa, “incauta, esausta, infausta” e il poeta cavalca il fiume del tempo fatto di memoria e attesa.

I versi si ampliano verso il cielo, un “cuore spoglio d’azzurro” e la fede si fa spazio, il Verbo diviene eternità sulla terra e si legge un richiamo alla “cenere divina / di sospirata madre, / da cui nacque / l’anelito”.

Anche nelle ultime poesie la dimensione interiore appare dominante ma s’innalza l’attenzione verso il mondo esterno come luogo di indagine e confronto.

Una raccolta dove l’elemento naturale è presente e ispira il poeta.

La direzione che egli insegue è l’essenza delle cose, e il naufragio non è obbligatoriamente un evento nefasto.

Una lettura adatta a chi ama la poesia intimista e non ha timore ad affrontare le onde del proprio spirito.

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