“Shinku. il colore della rabbia del sangue e del riscatto” di Francesco Filippi, Piemme. A cura di Alessandra Micheli

Non è facile scrivere questa recensione.

Specie non oggi che raggiunta una certa maturità posso guardare dentro il mio zaino di ricordi e tiare fori le cose che lo appesantiscono e lasciare i ricordi leggeri, quelli che mi fanno essere cosi resiliente.

E in questo zaino ho la fortuna di avere il volto forte di una madre che mi ha sempre impedito di cadere a terra, che mi ha dato sempre valori, incrollabili per cui lottare.

Radici forti, dentro di me, quelle che oggi non sono affatto ammuffite, nonostante delusioni e dolore.

E sopratutto…un padre che mi ha fatto capire cosa significa essere uomini.

Un padre che non mi ha mai alzato una mano, neanche per sculacciarmi, che si sedeva accanto a me a raccontarmi come si potevano affrontare i problemi, sognando si ma con tanta capacità di osservare il reale.

Un padre che forse aveva paura di quella figlia che sembrava parlare con esseri invisibili, perché sapeva che sarebbe stata guardata in modo strano, ma che al tempo stesso era capace nonostante il suo vissuto a sedersi accanto a me e mamma e partecipare ai nostri immaginari te con il cappellaio matto.

Lui cosi concreto, scendeva dal mondo fatto di lavoro e responsabilità per ridere con me.

Lui che mi ha guardato e mi ha dato le armi per ribellarmi a ogni ingiustizia, che non mi ha mai fatto sentire meno perché donna. Come posso contemplare questo ricordo e leggere Shinku?

Mi sento quasi in colpa guardando le mie mani a non aver mai dovuto versa sangue da esse, simbolo di un energia fattuale che si perdeva a causa della violenza.

La violenza miei lettori.

Qualcosa che ci ricorda, che viviamo come normale.

Violenza verbale, schiaffi e umiliazioni.

Orrore in ogni famiglia nascosto da un sorriso di circostanza.

E le frasi che riecheggiano “Non sei abbastanza”.

Mentre nelle mie orecchie è sempre risuonato “Tu devi sempre alzare la testa”.

Io che osservo il mio zaino e sogno che Shinku sia soltanto un libro. Io che vorrei con tutta me stessa donare a Luna un po’ della mia fortuna.

Io, che sento, lo sento dentro, di aver ricevuto un regalo.

E questo regalo non deve essere soltanto mio.

Ma vostro.

Assicurandovi che non è normale amare prendendo a botte.

Che non è affatto normale sentirsi umiliata perché diversa, perché donna uomo o omosessuale, o di colore o di una religione diversa.

Che nessuno deve porre davanti a voi paletti, ma insegnarvi con amore e comprensione quali sono i vostri doni e quali sono i pericoli da affrontare.

Non è normale rendervi fragili insicuri, rannicchiati su se stessi per evitare i lividi.

E non è normale che nessun uomo, padre, amico amante vi rendano prive degli strumenti per difendervi.

Chi vi ama vi arma, ma con il coraggio con la consapevolezza di valere.

Non con la violenza, ma con la certezza di essere creature rare, cosi com’è rara Luna.

Ecco io oggi con questa recensione vi ricordo che una vita diversa è il vostro nuovo diritto.

Non un sogno, un diritto.

E se Shinku oggi potrà darvi il coraggio di cancellare la storia oscura e renderla più luminosa, allora oggi non sarà soltanto una data.

Sarà l’inizio della nostra ribellione.


E scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non è violenza

Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire,

Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai

E ricorda che l’amore non ti spara in faccia mai

Figlio mio ricorda bene che

La vita che avrai

Non sarà mai distante dall’amore che dai.

Ricorda di disobbedire

Perché è vietato morire.

Ricorda di disobbedire

Ermal Metal

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