“Il cadavere si è mosso due volte” di Gemina, Segreti in giallo. A cura di Alessandra Micheli

Ah il giallo classico.

Quanta nostalgia avevo di questo genere!

Eh si mio lettore.

Dopo un po’ di tempo passato tra elfi e mostri lovecraftiani, tra dotte disquisizioni in prosa sulla vita e soavi versi avevo oramai perduto l’abitudine a indagare su omicidi non efferati ma altrettanto interessanti dal punto di vista antropologico.

Eh si.

Non è necessario che il delitto sia “splatter”.

E’ necessario che esso instauri una serie di reazioni a catena capaci di raccontare essi stessi i lati belli e meno nobili dei protagonisti.

E’ per questo che esiste il giallo.

Perché indaga in modo forse meno eclatante l’oscuro mondo che si cela dietro apparenze imbellettate.

E su questo lato io non posso soprassedere.

Devo conoscere ogni elemento possibile e inimmaginabile celato sotto lo strato di dolcezza e di bellezza che nasconde il mondo a occhi troppo curiosi e voraci.

Ogni epoca, ogni società, infatti, deve mostrarsi fieramente orgogliosa dei propri progressi.

Il motivo?

Non è dato sapere.

E’ come se ci fosse una sorta di maledizione che ci fa dimenticare l’interezza dell’essere umano, quella sua composizione tra luce e ombra per proiettare sopra a un muro figure cinesi che fingono di essere animali.

Noi muoviamo le mani, consapevoli che quelle riflesse sulla parente non sono altro che ombre, felici perché abbiamo gabbato chissà quale crudele censore.

A gabbarci, siamo stati soltanto noi stessi.

Perché rifiutare il lato meno nobile dell’uomo ,significa condannarsi non soltanto a una vita di illusioni e di menzogne, ma persino a una omologazione di un anima che, per sua natura è cangiante.

E in questo baracca in cui si recita a soggetto, con facce in cui si esalta un sorriso falso, si è costretti a danzare il proprio ballo, imposto dall’alto, su note stonate e stridenti.

Il giallo è la forbice che spezza il filo che ci rende burattini manovrabili e ci restituisce, seppur con dolore e orrore, a noi stessi.

Ed è proprio ciò che racconta con un’abilità che mi ha lasciata esterrefatta Gemina.

Con grazie feroce, perché quello richiede tale scritto, inizia a divertirsi e divertirci, imbastendo una storia che va oltre il tempo descritto.

Va oltre il concetto di morale ma che non offende mai l’etica.

Come dici mio lettore?

Non hai compreso la differenza?

Te la spiego.

Vedi ogni società in ogni anno che trascorre su di essa quasi sonnacchioso, ha deciso che il comportamento adeguato deve essere standardizzato.

Scritto in qualche pagina del cosiddetto bon ton.

Ferreo nel delineare non valori ma canoni di comportamento.

E quindi è consono che un gentiluomo sia affabile e attraente.

Che il ricco non rispetti chi è sotto di se.

Che un povero “garzone” sia la vittima del potere.

Che se il ricco decide di aumentare la propria ricchezza può farlo, soltanto però se organizza feste in cui scordarsi che dietro l’avvenenza di una vita privilegiata si nasconde il marcio.

Ecco questa è la morale.

Morale che si scandalizza se qualcuno decide di “amare” in modo diverso dal consentito.

Ma che chiude un occhio sul malaffare.

Che non nutre se non costretto chi ha bisogno.

E cosi via.

L’etica è diversa.

Non ha titoli nobiliari, ne si imbelletta.

Non si veste alla moda e spesso non è necessariamente suadente.

Semplicemente…udite udite, fa la cosa giusta.

E nel cadavere che si è mosso due volte la cosa giusta è svelare cosa si cela dietro lo strano omicidio.

Segreti scabrosi e piani diabolici compresi.

E persino ogni dettaglio sulla morte.

E lo fa circondandosi di personaggi che sembrano davvero sostare al limitare di una società che il diverso, ogni diverso rifiuta.

E’ l’Inghilterra o la proiezione del nostro oggi?

Bella domanda lettore.

E la risposta è che il tempo letterario non ha tempo.

E allora in questo istante sospeso, ti invito a entrare a Launchbury Hall,

Ah so che non vedi l’ora di partecipare al gran ballo e magari sogni che qualche sospirante gentiluomo o qualche svenevole donzella, ti porga la mano titubante e seducente.

Beh non avverrà.

Avrai un cadavere su cui indagare.

Segreti orrendi da raccontare.

E nonostante lo stile elegante e oserei dire raffinato, che ti introdurrà negli antri più tenebrosi dell’umanità, qualcosa di viscido ti resterà attaccato all’abito.

E non so se andrà via.

Un mistery classico che nulla ha da invidiare ai più famosi scrittori di un tempo, ed è bello che Gemina renda omaggio a tale arte, con una scioltezza che denota familiarità con l’arte della parola.

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