“Il regno animale” di Alfonso Tramontano Guerritore, Edizioni dell’Ippogrifo. A cura di Barbara Anderson

Un incessante ronzio nelle mie orecchie, un rumore che non ha intenzione di cessare. Osservo al di fuori della mia finestra il volo di un gabbiano che plana verso un enorme corvo nero.

Gli uccelli che cinguettano e il moto perpetuo di tutte le cose.

Penso mentre resto ferma davanti alla tastiera in attesa che le parole diano voce alle mie emozioni; dopo aver terminato questa particolarissima, intensa e originale lettura.

Mi accorgo che quel ronzio proviene dall’interno delle mie mura. Si fa sempre più forte fino all’improvviso fermarsi, ed è nel silenzio che le mie sensazioni iniziano finalmente a prendere voce e forma.

Questo romanzo è assolutamente un romanzo molto particolare che richiede un’attenzione nella lettura poiché ha una prosa unica nel suo genere, un misto tra esoterica poesia, ricercata, ma anche con delle caratteristiche di quelle che potrei descrivervi come una divisione cognitiva: una scissione tra la realtà, la sua brutale crudezza e un qualcosa di immaginariamente distante che tende a descrivere le cose sotto un’altra forma di percezione che sembra, appare e respira nella sua poesia narrativa.

Alfonso Tramontano Guerritore non solo conosce l’uso della parola ma attraverso essa scava e dipinge la realtà con sfumature che ci mostrano la bellezza di un mondo coesistente a quello che percepiamo… un regno animale.

Originale, poetico quasi etereo nel mostrarci una realtà in cui ciò che accade sembra ovattato, altre volte amplificato come se le parole fossero rinchiuse in una stanza insonorizzata e cercassero disperatamente di sfondare le pareti per poter uscire fuori; libere come farfalle che volteggiano verso la libertà.

La storia si svolge in un luogo che sembra quasi un altrove. Sospeso nel cosmo su questo pianeta ma anche su mille altre dimensioni.

Due ragazzi, la giovane Nina che gestisce un night club nel quartiere Africano della sua città: il Butterfly e Totò un capobanda del rione degli Scavi, terra di malavita delle mura antiche. Questi ragazzi ci racconteranno una storia d’amore intensa, dolorosa e sofferta, travagliata ma anche profonda e magica, una storia d’amore, di sentimenti, di dolore, in un connubio tra natura e cosmo.

Entrambi non sono solo due ragazzi, sono energia pura. Spinti da una forza che appare tra le pagine come qualcosa di superiore, un’entità che osserva, che muove, che segna i confini dei loro destini e questa storia ci cresce dentro, esplode, si espande e diventa immensamente tua.

La sensazione che siamo piccoli granelli di polvere in un universo infinito dove questa forza soprannaturale traccia i percorsi, i labirinti, le mappe delle nostre vite. E qui non si tratta di un Dio, ma di qualcosa di diverso, di forse più immenso e incomprensibilmente puro.

Nina e Totò a volte sembrano ombre, altre volte fantasmi, altre volte ancora piccoli fuochi fatui nella notte del tempo, altre volte sono fatti di carne, di sangue e di lacrime.

La prosa di questo autore ha un qualcosa di magico, di trascendentale, che supera qualsiasi libertà immaginaria con la sua struttura energetica invisibile e stupisce, incanta e ci meraviglia, a tratti perfino mi ha spaventata.

Un romanzo che contiene un multistrato emozionale; un amore forte come la morte. Nina e Totò si perdono, si cercano, si trovano, in un certo senso mi ha fatto pensare all’amore descritto nel famoso Cantico dei Cantici…

Ci sono una varietà multicolore di allegorie, di meravigliose metafore, nella descrizione di ciò che sta accadendo. 

In moltissimi passaggi mi è sembrato un bellissimo monologo teatrale recitato dall’esistenza stessa e dal suo mistero.

C’è tanta violenza, e abuso, c’è criminalità e c’è spargimento di sangue e di morte, le sue descrizioni sono a volte intrise di ciniche ironie che poi non fanno altro che dirci le cose per come sono senza cambiarle né modificarle. 

Ho percepito un forte pathos, la passione e la disperazione in versi che sono al limite tra la poesia e l’agonia dei sentimenti.

Sembra un quadro di Van Gogh, la notte stellata avete presente?

Quel meraviglioso quadro dagli accenti siderali che ci ripropone l’inquietante consapevolezza di una solitudine desolata e di un animo smarrito e allucinato. Gli intenditori d’arte lo descrivono come l’intima espressione di una reazione di Van Gogh nei confronti della natura e questo libro ha su di me lo stesso effetto che ha quel quadro stupendo della notte stellata.

La scrittura è viscerale, si sente l’estraniazione dell’autore stesso il quale quasi svanisce nella sua storia, nella sua voce narrante, perché sono le emozioni a prendere la parola.

Egli riesce ad accentuare la visione più profonda della realtà come se il lettore si trovasse davanti a un iceberg e ne visualizzasse la vera profondità sottomarina. 

Fino a raggiungere il nucleo profondo delle cose, e delle persone.

Conoscete tutti il famoso Butterfly effect: “l’effetto farfalla” per cui anche una piccola azione o evento iniziale come il battito d’ali di una farfalla può avere conseguenze molto significative e imprevedibili nel tempo e nello spazio.

Siamo esseri umani, facciamo parte della meraviglia della natura, e siamo consapevoli dell’esistenza degli approcci della natura attraverso scambi di elementi chimici rilasciati dagli organismi.

Di fatto apparteniamo al mondo animale anche noi e i comportamenti animali sono un insieme di risposte a stimoli sia interni al nostro corpo che esterni, provenienti dall’ambiente in cui viviamo. 

La scienza dell’etologia studia appunto il comportamento animale nei loro ambienti naturali.

Il comportamento animale, la scienza ci insegna è costituito da 3 fasi: la ricerca dell’obiettivo, il comportamento orientato al raggiungimento diretto dell’obiettivo e la fase di riposo dopo aver raggiunto l’obiettivo.

Sempre parlando di natura e del regno animale sappiamo anche che in natura esiste la selezione naturale.

Ovviamente l’uomo fa parte del regno animale poiché la sua struttura è formata dalle stesse molecole che costituiscono il corpo animale solo che gli umani hanno degli elementi unicicome il linguaggio articolato, l’intenzionalità, la capacità di insegnare, il pensiero astratto, il progresso culturale e infine l’autocoscienza.

Se partiamo da questi fondamenti riusciamo a entrare nel profondo di questa storia in cui Nina e Totò sono un sentimento, sono energie, particelle spinte da una forza magnetica che ora li avvicina, ora li allontana… essi sono delle spinte, sono delle forze, sono magia cosmica.

Aprite queste pagine e lasciatevi trasportare da tutta la loro bellezza, dall’inizio alla fine, scoprirete qualcosa non solo sulla storia di questi due ragazzi ma anche su quelle forze invisibili che provocano un cambiamento nello stato di quiete o di moto di un corpo a cui viene applicata; lo mette in movimento se fermo, ne fa variare la velocità se è in movimento, ne cambia perfino forma. Il mondo che ci circonda è colmo di fenomeni causati da forze; non siamo in grado di vederle ma ne osserviamo l’effetto.

La forza che troviamo in questa storia è quella dell’universo, della natura, la forza delle parole, dell’amore e quella della fantasia di un autore che ha l’animo e il cuore di un poeta.

E torna di nuovo quel ronzio… mi alzo dalla sedia e mi muovo… ignara del fatto che io non sia altro che una piccola ape che sta cercando di raggiungere il suo sciame per tornare in congiunzione con la realtà che le appartiene, quella di un’ape laboriosa che nel contesto dell’universo forse è quel poco che potrebbe anche cambiare tutto.

Le mie ali ronzano e accompagnano il mio volo verso l’infinito.

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