Il Killer del Cremlino, John Sweeney, Newton Compton Editori. A cura di Barbara Anderson

BOOM!

BOMBA e che bomba ragazzi.

Inutile negarlo già il titolo ci va sul pesante, non lascia alcun dubbio sull’immagine che, leggendo questo libro, avremo prima durante e dopo averlo letto, su uno degli uomini più discussi, odiati, criticati e temuti del nostro tempo e dei tempi di chi ci ha preceduti.

Lui è il Presidente russo Vladimir Putin.

Pensare che nel 1989, quando cadde il famoso muro di Berlino e i tedeschi celebrano l’evento storico esultando, un colonnello sovietico della sede di Dresda del Kgb esterrefatto si trova a vedere come il potere dell’Unione Sovietica e della Russia stesse disintegrandosi. Da quel momento Putin ebbe un obiettivo e uno soltanto: ricostruire la potenza del suo Paese.

Vladimir nasce in povertà a Leningrado, va a caccia di topi con in suoi compagni, ma la sua vita cambierà così come cambierà la vita di molti altri individui, di molti altri Paesi e anche quella di tutto il mondo.

Vladimir entra nel Kgb fino al 1998 quando Eltsin lo nominò premier e suo successore. Dal 2000 Putin siede sulla poltrona del Presidente russo, un lungo regno: mandato dopo mandato con mandati che vengono estesi con le riforme della costituzione. Lui è ancora lì e lo sarà ancora a lungo.

Putin è un uomo ermetico, carismatico, che ha sempre suscitato in me una profonda curiosità e quando ho visto questo libro non ho potuto fare a meno di metterci gli occhi, il cuore e l’anima dentro.

Che devastazione!

Pensavo di sapere, di aver compreso le sue azioni, la sua follia, il suo ideale, le sue tattiche politiche, pensavo di aver capito di cosa fosse capace, di quanto sarebbe stato disposto a mettere in gioco per il raggiungimento del suo obiettivo.

L’ho seguito attraverso le informazioni dei mass media, dei social, ma mai mi ero avvicinata così tanto; mai avevo ascoltato testimonianze, sentito la voce di chi di quell’uomo lo ha vissuto, subito, temuto, guardandolo dritto in quegli occhi di ghiaccio.

La prosa di questo libro è avvincente e incazzatissima, un approccio giornalistico scritto in maniera eccellente da uno dei giornalisti più famosi, John Sweeney, un reporter di guerra della BBC, di 63 anni che ha sulle spalle, sul cuore e negli occhi.

Egli ha visto la guerra in Ruanda, nel Burundi, nel Sud Africa, l’ex Jugoslavia, Iraq, Siria, Albania e Cecenia, Afghanistan, Zimbabwe, mi vengono i brividi solo a elencarle tutte. Sweeney ha visto l’orrore e ce lo racconta in un reportage fattuale, colmo di interviste, di incontri con il popolo russo e ucraino, con soldati, con le loro famiglie, con politici, con colleghi giornalisti che come lui da freelance stavano raccogliendo informazioni da divulgare al resto del mondo. Informazioni che avrebbero potuto costargli perfino la vita.

Ma John Sweeney ci mostra anche la nobiltà dell’animo umano; perché anche nel dolore, nella sofferenza, nella disperazione, nella violenza e crudeltà della guerra ci sono persone disposte a tendere una mano, persone coraggiose, persone che hanno ancora la speranza che tutto possa tornare a splendere come un tempo e anche meglio di prima.

John Sweeney si trova lì proprio quando la Russia inizia a entrare in terra ucraina e attacca senza preavviso, senza nemmeno aver informato i suoi stessi soldati fino all’ultimo momento perché Putin non si fida di nessuno e John Sweeney piange, soffre, si emoziona e ci porta con lui tra quelle strade, nel nucleo della guerra dove Putin semina paura e morte, dove una oscura nube sembra avvolgere non solo la Russia e l’Ucraina ma il mondo intero.

Quando un Paese fa la guerra il mondo tace e resta immobile indifeso, incapace perfino di reagire.

John ci avvicina a quelle bombe, a quegli attacchi, alla fame dei soldati di Putin ai quali viene dato cibo per cani servito come stufato. Putin sostiene che il governo ucraino sia neonazista (il suo presidente è ebreo). Eppure chi si comporta da nazista è proprio lui stesso.

Quindi questa è la storia di Putin?

No, questa ai miei occhi è l’esperienza di John Sweeney, le sue informazioni raccolte, le sue interviste. I dossier, le immagini che ha visto con i suoi occhi e anche se è evidente il suo odio per il Presidente russo, vi garantisco che leggendo le sue dichiarazioni e la dimostrazione di fatti sconvolgenti vi chiederete anche voi come possa essere ancora vivo.

Questa è una lettura che diventa pericolosa anche solo a leggerla ma che una volta iniziata non potrete fare a meno di finirla.

Putin nel suo exploit bellico durante l’attacco all’Ucraina ha dimostrato aimè la sua incompetenza militare, una guerra senza intelligenza poiché un uomo che può fidarsi solo di pochi elementi, e forse nemmeno di quelli, non si circonda di persone capaci ma di persone fidate e le persone fidate se non hanno competenza bellica di tattica e di coordinazione diventano la causa del disastro.

Quando poi il popolo attaccato si difende senza paura, con coraggio, dimostrando di essere superiore alle intenzioni criminali del suo nemico, l’immagine della Russia inizia a sgretolarsi, il che crea ulteriore rabbia e disagio a un uomo che ha fame di potere che ha l’obiettivo di vincere risparmiando niente e nessuno.

Ci sono approfondimenti interessantissimi, i servizi segreti, gli oligarchi, i giornalisti, attraverso le testimonianze raccolte da John scopriremo la politica russa e conosceremo tutte le persone che Putin avrà fatto sparire, avvelenate, uccise a colpi d’arma da fuoco, incidenti aerei, precipitati da finestre. Una raccolta non solo appartenente a Sweeney ma anche ai suoi coraggiosi colleghi giornalisti di altri Paesi.

Sweeney fa un giornalismo investigativo senza dubbio e, per quanto mi abbia sconvolto, ha un approccio sociale molto goliardico, riesce a sdrammatizzare ma al contempo riesce a farci inorridire e perfino piangere dal dolore.

Cosa ci mostra questo libro? 

La crudeltà e la mostruosità del Cremlino e di Putin. Anche se, qui lo devo dire, John Sweeney a un certo punto si lascia andare ancora di più allontanandosi da fatti e prove esprimendo la sua opinione personale.

Ovviamente un uomo che quell’orrore lo ha visto e vissuto in prima persona è normale si senta libero come giusto che sia di esprimere le sue opinioni ma ci sono accuse che fa al Presidente di cui non abbiamo prove come la pedofilia, il libertinaggio…

Ora si sa che quando si scopre un mostro quel mostro diventa l’artefice di tutti i mali, la rappresentazione del male nella sua pura essenza e, senza minimizzare i crimini commessi da Vladimir Putin, certo è che non ha la responsabilità di tutte le mostruosità del mondo.

A un certo punto Sweeney sembra servirci su un piatto d’argento il mostro per eccellenza. Il mostro di tutti i mostri, accusandolo anche di cose di cui non abbiamo la minima prova.

Sweeney odia Putin e non ha paura di dichiarare questo odio e a comprovarne tutte le motivazioni, e Vladimir rende il lavoro aimè piuttosto semplice con le sue scelte politiche nei confronti del suo popolo, dei Paesi confinanti, dei suoi politici e cittadini e di chiunque osi tentare di fermarlo o di ostacolarlo. 

Un lavoro di 20 anni per scrivere questo libro che è importantissimo leggere.

La scrittura sciolta e rapida di Sweeney mi avvicina con passione al giornalismo.

Come si diventa padrone di una nazione? Con la corruzione, incutendo terrore, la manipolazione, la menzogna, l’omicidio.

Ci sono testimonianze che vi sarà difficile dimenticare che vi faranno venire gli incubi anche a occhi aperti.

Ho sentito l’odore della carne bruciata, ho sentito quelle urla di dolore e di disperazione, l’ho vista la paura dei soldati russi spinti a fare ciò che non volevano fare, pena l’esecuzione.

L’autore del libro ha nel cuore il popolo ucraino e anche quello russo senza alcun dubbio più di quanto lo abbia a cuore il suo Presidente.

Leggere questo libro in alcuni momenti mi aveva fatto distaccare dal fatto che si trattasse non di fiction ma di storia vera e reale, e spesso mi sono dovuta scuotere perché ciò che leggevo non era immaginazione ma vissuto.

Questa è una lettura essenziale per tutti, per comprendere e capire come funzioni la macchina da guerra più pericolosa del mondo, quella macchina che è nella testa di un uomo che segue un suo ideale e che non ha intenzione di fermarsi davanti a niente e nessuno.

Ci sono moltissime riflessioni personali dell’autore da cui dovrete cercare di prendere una posizione di semi neutralità perché dal mio punto di vista se Putin è riuscito a manipolare anche il resto dei Paesi occidentali con la menzogna, con l’omicidio, con i finti atti terroristici organizzati da lui stesso ai quali poi rispondeva con forza e violenza, forse il mostro non è soltanto lui… forse i mostri sono gli stessi che per anni hanno osservato senza intervenire.

Un folle è responsabile quanto chi gli dà spazio, modo, luogo e tempo per esercitare la sua follia. 

John Sweeney è uno scrittore assolutamente travolgente, in questa opera ci sono ben 20 anni di lavoro curato in ogni sua forma.

Un uomo che dimostra di non aver paura di esprimere la sua opinione, di mostrarci la verità anche la più scomoda.

Più che una biografia sulle azioni criminali di Putin io vedo in questo libro Sweeney come il vero protagonista insieme a un popolo che si trova a subire la violenza di Putin ma che ha dimostrato e sta dimostrando una resistenza e un coraggio senza eguali.

Una lettura che consiglio a tutti perché è una lettura necessaria ed essenziale.

Resto, nonostante questa lettura, intrigata e terrificantemente incuriosita da un uomo che mi piacerebbe davvero poter guardare gli occhi.

Ad oggi so molto di più di quel che sapevo di questo Presidente eppure la curiosità di avvicinarmi a lui e fargli qualche domanda rimane solida e integra.

Ci sono cose che ci fa comodo fingere di non sapere ma che sono necessarie da conoscere per comprendere e capire.

La storia ci insegna ma gli uomini continueranno a commettere sempre gli stessi maledetti errori.

Devastante.

Lascia un commento