Review party “La mossa dell’assassino” di Angela Marsons. A cura di Alessandra Micheli

Cos’è che rende geniale l’uomo?

Si potrebbe parlare di QI alto e di speciali capacità che lo pongono fuori dalle statistiche.

E che sommati a attitudini logico matematiche lo rendano capace di porre un servizio all’umanità.

Pensiamo a Leonardo da Vinci, capace di incunearsi lungo la cesura dei tempi, proponendo nei suoi porgetti anche meccanismi anacronistici.

Eppure.. Se osserviamo bene tutto ciò che lo straordinario inventore ha messo nero su bianco, sulla pergamena mai ingiallita del tempo, non tutti gli oggetti minuziosamente descritti servono per portare l’umanità sempre più vicino al tanto decantato progresso.

Non ci sono solo prototipi di macchine volanti, ma anche di armamenti da guerra.

E la guerra, da che mondo è mondo, non è propriamente progressista.

Anzi. E’ la somma alleata di un potere che, per prosperare e vivere a lungo spesso si nutre di immobilismo e convenzioni sociali.

E anche quelle spezzano la corsa verso le stelle.

La genialità, i canoni con cui essa viene definita, sono spesso legati e una sorta di piccole ossessioni presenti fin da piccoli nella mente, luogo pieno di oscurità e di un pizzico di follia.

Molti dei bambini speciali, infatti, con le loro abilità divengono subito oggetti del desiderio, mostrati, istruiti a compiere le magie atte a illudere o conquistare il pubblico, illuderli direte voi?

Eh si mio lettore.

Nulla più della fantomatica genialità ci illude di essere al centro di un universo mentale, in cui stelle e pianeti ruotano attorno a cotanta magnificenza.

Tutto questo ci prova, però o rischia di privarci di una semplicità del vivere capace di farci incontrare la base, a vera base del vivere comune, ossia l’interazione umana.

Quindi coltivare certe caratteristiche mentali e relative a una particolare sede dell’intelligenza è sbagliato?

La Marson in questo incredibile thriller si interroga proprio su questo.

Chi sono i bambini speciali?

E perché a un certo punto come stelle implodono rischiando di creare una parabola discendente?

Ed è giusto trattare i figli come entità quasi sacrali da mostrare e da isolare, rendendoli quasi una parte distinta dal tutto?

Ovviamente per trovare la risposta dovremmo passare attraverso il sangue, cosi come spesso la nostra meravigliosa autrice ci ha abituato.

Ma dietro l’indagine i temi restano terribili e attuali.

E non solo.

Come ho scritto all’inizio di queste mie considerazioni, spesso chi è tacciato di doti “sovrumane” mostruose nell’accezione etimologica originaria, si sente profondamente diverso dal resto della compagine sociale.

Pensate a un bambino capace di leggere precocemente, inserito in una classe di persone medie.

Come può prosperare?

come può sentirsi a suo agio se il suo percorso è cosi feroce da superare ogni limite a cui le statistiche ci hanno abituato?

E’ quello il grosso dramma.

Che sia considerato normale o speciale, ogni individuo vine ammantato da un etichetta che lo rende, prima o poi preda di qualche distorsione.

Il genio si adagia sulla sua presunta genialità non sviluppando capacità di buon senso.

E il normale si sentirà sempre banale, mai destinato a raggiungere le stelle, pur se dotato di buon senso.

E questi schieramenti, ovviamente, vengono usati dal potere costituito affinché esso divori e mastichi ogni parvenza di umanità presente in ciascun soggetto.

Non siamo speciali, ne banali.
Ne geni, ne stupidi.

Siamo noi, esseri creati da polvere di stelle, immersi in un mondo che, forse, come direbbero gli gnostici non ci appartiene.

E il nostro ruolo di pedine sacrificali, che vengono servite in olocausto a questa bestia tentacolare, deve prima o poi trovare il suo finale.

Marson come sempre ci regala qualcosa di molto più potente del classico thriller adrenalinico: ci fregala la possibilità di pensare, riflettere e magari perché no, sognare una terza via.

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