“Nessuna traccia dell’assassino. Le indagini della profiler Montaldi” di Lilli Luini, Edizioni il vento Antico. A cura di Barbara Anderson

Lilli Luini è un’autrice poliedrica, dinamica, con una conoscenza dell’animo umano profonda.

Una sensibilità sociale molto attenta e delicata che riesce a trasferire all’interno dei suoi romanzi, rendendoli non solo avvincenti ma capaci anche di lasciare messaggi importanti al lettore, che lo spingono a riflettere, a valutare, a considerare, a ponderare ciò che ci accade nel contesto della nostra vita e dei rapporti che abbiamo con chi ci circonda.

La storia ha una cura dei dettagli molto meticolosa, la trama è colma di suspence e di colpi di scena che arrivano inaspettatamente, la tensione ha un ritmo crescente che vi travolgerà vorticosamente nell’oscurità più profonda dell’animo umano.

L’esplorazione dei rapporti umani interpersonali non solo tra le vittime del caso ma anche tra i familiari, i conoscenti, gli amici, è fondamentale per la buona riuscita di questa opera che riesce a mostrarci anche il lato umano di chi deve scoprire l’assassino. Tra dubbi, presupposizioni, ipotesi che sfiorano ognuno di loro e potrebbero condizionare la mente e il cuore di chi deve indagare su crimini efferati e brutali.

L’essere umano è imperfetto per natura e ognuno deve fare i conti con le proprie debolezze, le proprie responsabilità e le proprie colpe.

Ciò che più mi ha toccata in questa avvincente storia è proprio il rapporto umano dei e tra i personaggi.

Lorena Montaldi, la profiler, criminologa, è la protagonista ma non la protagonista assoluta poiché l’autrice riesce a dare ampi spazi a tutti i personaggi della sua storia.

Lorena non toglie visibilità a nessuno dei personaggi anzi riesce a esaltarli tutti. 

Non cammina davanti a loro né dietro ma affianco con fierezza, con coraggio, ma anche con una sensibilità estrema che la rende umana e bella in ogni suo aspetto più fragile ma anche donna di grande intelligenza e capacità intuitiva. Lei sa scavare dentro se stessa, un’arte che ha imparato con il tempo e che le è di grande aiuto in quella che ora è la sua professione. Il suo compagno Nicola Castano è l’ispettore della questura di Firenze.

Ci sono cose non dette tra loro, ci sono progetti di cui si ha anche un po’ timore. Lavorare insieme alla persona che pensiamo di amare o che sentiamo di amare non rende la vita facile eppure entrambi riescono a ritagliarsi attimi personali privati che vanno al di là della loro professione anche nei momenti in cui ciò su cui devono indagare li turba e li ferisce nel profondo.

Ci vuole forza, ci vuole coraggio per poter vivere la realtà criminale e la quotidianità dove le persone perbene possono diventare malvagie e in alcuni casi innocentemente anche morire.

Preparatevi a vivere un’avventura colma di azione dove la psicologia umana muove i fili della storia ma anche i fili della vostra mente, trascinandola, manipolandola al fine di confondervi per poi lasciarvi fortemente turbati nel finale.

Due giovani vengono ritrovati morti nel bosco dove l’arzillo novantenne Fulgenzio regolarmente si reca per raccogliere funghi. Adorerete Fulgenzio subito e sarà proprio lui a dare inizio a quest’avventura ma anche a mostrarvi lo stile dinamico, frizzante di questa autrice capace di sensibilizzare il lettore mostrandoci ogni aspetto della nostra vita dalla gioventù alla vecchiaia, all’età adulta, alle responsabilità della vita e a tutto ciò che ci distrae e ci allontana a volte anche da noi stessi.

Al ritrovamento del primo cadavere il commissario Nicola Castano e la sua squadra brancolano nel buio e da un’indagine per omicidio e scomparsa di una ragazza si arriverà a indagare su un doppio omicidio, dove il movente è incomprensibile e dove le vittime sono due giovanissimi innamorati e felici.

Doppia indagine e una sola Montaldi in viaggio tra le terre Toscane, le ville di lusso, i boschi, fino a perdersi tra i tortuosi labirinti della mente umana.

Uno alla volta entreranno in scena gli altri protagonisti della storia con cui stringerà da subito un forte legame affettivo.

Sandra Bellucci l’ispettrice, il collega Gigi Esposito, la vice ispettrice Brigitte Borsani, quest’ultima nuova arrivata, insieme sono la squadra mobile della sezione reati contro le persone.

Immancabile il sostituto procuratore Ceccarossi, antipatico, scontroso, arrogante che ha una fretta incredibile di chiudere il caso.

Un incidente di caccia? 

Una chiusura di conti per droga?

Giuliano e Giada sono due vittime morte assassinate mentre andavano a raccogliere castagne nel bosco.

In una Firenze che porta ancora dentro di sé le ferite inflitte dal mostro di Firenze, il famoso serial killer che colpì tra il 1974 e il 1985, iniziano a oscurare la mente degli inquirenti soprattutto quando il volto della giovane Giulia era stato martoriato brutalmente; dopo essere stata assassinata. Un odio, una rabbia, una furia assassina disumana.

Lorena Montaldi, psicologa forense è una donna sensibile e attenta, anche lei con le sue sofferenze di donna, con il suo passato, i suoi traumi, ma anche con una mamma accanto che le era stata vicina nei momenti più difficili per la sua famiglia.

Una madre che da due vite distrutte era finalmente riuscita a crearsi una nuova vita, ad andare se non avanti almeno oltre il loro terribile e triste passato.

Nicola Castano è un uomo razionale, il loro legame è fatto di attese, di pazienza, di stima, di sentimento e di speranza. Anche se Lorena vive sempre nel terrore che anche lui un giorno possa andare via da lei.

La paura di rivivere un abbandono di nuovo limita la sua felicità e la libertà di lasciarsi andare a quello che senza alcun dubbio è qualcosa di diverso da tutto ciò che aveva vissuto prima era qualcosa molto simile all’amore e forse era davvero quello.

Lorena sta anche cercando di aiutare una bambina, la quale sembra avere dei problemi di blocco psicologico, promessa del nuoto sincronizzato ora ha paura dell’acqua, ha ancora voglia di nuotare ma c’è qualcosa che la spaventa, non ha paura di annegare ma si sente soffocare ogni volta che vede la piscina dove di norma svolge gli allenamenti.

Tra ipotesi, supposizioni, analisi delle prove e dei fatti cercheremo di scoprire non una ma molte verità, diverse sono le piste, diverse sono le vittime e diverse sono le tracce seminate intorno alle vittime.

Il delitto perfetto esiste?

Si tratta di un omicidio volontario?

Un incidente o una questione di droga?

In una narrazione frizzante e vivace cercherete la verità; insieme al commissario Castano, il napoletano Esposito, la romana Borsani. Un team affiatato e coraggioso, intelligente e capace di cui vi innamorerete subito.

“Cosa abbiamo?” così inizia il dialogo tra Lorena e i suoi colleghi. 

Abbiamo due giovani assassinati, una ragazza scomparsa… un altro cadavere che non sembra avere nessuna attinenza con gli altri.

Eppure l’omicidio dei due giovani rivela calcolo, organizzazione, copertura delle tracce, sangue freddo e la squadra investigativa dovrà scavare nelle vite di tutti ma anche nelle proprie vite personali per comprendere, capire, analizzare e raggiungere non solo un verdetto ma anche l’assassino o gli assassini.

Sandra vede il bello e il buono in ogni cosa e in ogni persona nonostante tutto il male che con la sua professione scopre, la sua forte empatia è un dono stupendo che a volte riesce a ferirla nel profondo.

In fondo si tratta di spirito di sopravvivenza, anche io sono una donna che necessita di vedere il bene nel mondo. Altri invece cercano di cancellare il male almeno per qualche minuto dal mondo stesso.

Perché bisogna continuare a vivere nonostante tutto. 

Si dice che la vita sia una soltanto invece no: la morte è una soltanto, la vita si vive ogni giorno. 

Lorena è colei che riesce a guardare nell’oblio oscuro del male.

Quando qualcuno ci chiede come vanno le cose spesso diciamo che va tutto bene, quando invece sta andando tutto male, pensiamo che tutto sia normale quando in realtà nulla è normale.

L’approccio morale e psicologico di questo romanzo è veramente straordinario, il tatto ma anche la determinazione con cui la squadra investigativa scaverà nella vita di ogni vittima e le loro famiglie per scoprire verità e segreti è veramente avvincente.

In fondo tutti possono diventare degli assassini. 

Quanto è responsabile l’educazione della nostra famiglia? Quanto questa influenza il comportamento di ognuno di noi?

Spesso le famiglie sono sfasciate, disfunzionali, non per mancanza di amore ma per disattenzione e superficialità, ci sono cose che vediamo e fingiamo di non vedere, ci son cose che diciamo inconsapevoli di ferire e fare del male.

Le parole si sa, sono importanti, possono essere una cura ma possono anche essere un’arma capace di ferire, di far del male di uccidere.

Abbiamo bisogno davvero di avere un uomo accanto che ci restituisca la giusta misura di noi stesse?

Possiamo essere innamorate di un uomo o di una donna di cui non abbiamo bisogno perché non si entra in una relazione per necessità, per bisogno, per ottenere uno scambio, si entra in una relazione per condividere la vita. Mio marito è il testimone numero uno della mia esistenza e io della sua.

Chi ha ucciso questi ragazzi?

Che fine ha fatto la giovane scomparsa?

E chi ha ucciso la nuova vittima appena ritrovata?

Nessuno sfugge al lato oscuro del mondo 

Chi è il colpevole?

E se nessuno fosse davvero innocente?

Da soli si vive bene ma in due si vive ancora meglio.

Tra legami familiari, tra sentimenti e relazioni mamma e figlia, ritroverete pace solo quando vedrete quell’abbraccio in cui è racchiuso l’oggi, il domani e quel qualcosa di indefinibile che forse è proprio amore.

Dopo questa lettura sto cercando di essere più attenta e meno distratta nel rapporto con le persone che tanto amo. 

Lascia un commento