“Stupenda creatura idiota”, Flavio Torba, Delos Digital. A cura di Barbara Anderson

Lo confesso, quando leggo i romanzi della Delos Digital mi sento veramente a casa, leggo le sue pubblicazioni ormai da un bel po’ di tempo e ogni volta riesce sempre a sorprendermi e a conquistarmi, resta una delle case editrici con un posto speciale nel mio cuore e nella mia libreria.

Quando ho visto questa cover è stato amore a prima vista, i dettagli della cover che poi si apprezzeranno ancora di più dopo aver letto il romanzo sono veramente di una bellezza quasi inquietante, di quelle che personalmente mi tolgono il fiato.

Chi è questa stupenda creatura idiota?

Oggi dovrete seguirmi per cercare di capire di chi si tratta ma sappiate che solo leggendo il romanzo fino alla fine comprendente non solo chi questa creatura sia ma anche verso quale prospettiva futura ci stiamo forse volgendo e per quanto estremamente affascinante, vi confesso che è inquietantemente vicina al mondo che ci circonda.

Siamo tutti affascinati dalla bellezza, dall’apparire, dall’essere accettati dal resto del mondo, ammirati, compresi, perfino invidiati e anche desiderati perché, che ci piaccia o meno, che vogliamo ammetterlo o meno, l’attrazione fisica, il sesso resta sempre una pulsione primordiale a cui nessuno resta indifferente.

I canoni di bellezza sono ormai plasmati, misti alla bellezza naturale, esaltata con l’uso di luci, di filtri, la possibilità di affidarsi alla chirurgia estetica per correggere qualche piccolo difettuccio. Una manipolazione dell’apparire senza possibilità di modificare però ciò che siamo veramente dentro, nel profondo.

Finché non saremo disposti ad accettarci per ciò che siamo rincorreremo per sempre una chimera fatta di superficialità, sperimenteremo il vuoto totale e a quel punto le vere creature bellissime e idiote saremo senza dubbio noi.

E se nel calderone per creare la pozione magica della perfezione estetica, ci mettessimo le nostre insicurezze, le nostre fragilità, la nostra audacia, il trend del momento, quello che attira più attenzione a livello globale anche pubblicitario, commerciale, cinematografico, se ci mettessimo un pizzico di distopia, una manciata di estetica, qualche grammo di trasfigurazione, e mescolassimo il tutto con il cucchiaio della superficialità dei nostri tempi. Secondo voi cosa potrebbe venirne fuori?

Un romanzo davvero molto bello, inquietante, che ha il sapore della fantascienza e del cyberpunk ma che ci riporta alla memoria un po’ l’audacia fantastica del grande Clive Barker, che ci inietta orrore e inquietudine se magari ricordate i suoi racconti “libri di sangue” ed è un po’ con la nostalgia nel cuore, che mi avvicino a Flavio Torba, ma anche con interesse, curiosità e entusiasmo per la sua capacità cognitiva dell’esistenza di mondi fantastici nascosti che coesistono con il nostro mondo. Un segno artistico indelebile a cui è difficile restare indifferente, egli ha la capacità di avere un ruolo costruttivo e coerente non solo in relazione alla sessualità e nel rapporto con essa ma anche nel modo in cui questo si relaziona con i dettagli del nostro vivere quotidiano.

Oggi, dove si esiste solo se si è notati, visti, discussi, criticati e ammirati la bellezza diventa il potere ma un potere spinto dalla bellezza può diventare anche una moneta, una merce di scambio, una proprietà utilizzata solo allo scopo di compiacere se stessi sfruttando la potenzialità o per far denaro o per soddisfare esigenze personali, fisiche e sessuali.

Lo sfruttamento, l’abuso, il commercio di ciò che può dare, creare piacere e portare profitto.

Immaginate se ci fosse la possibilità di modificare rapidamente se stessi e gli altri esteticamente diventando identici all’attore preferito, alla modella del momento, magari sfruttare l’arte della trasfigurazione per creare un’immagine che scuota, che inquieti, che ci faccia sentire unici, pur generando creature una identica all’altra se non nell’aspetto nell’obiettivo di compiacere a tutto ciò che ci circonda perdendo per sempre la propria individualità. 

Si ovvio a chi non piacerebbe avere un artista che sia capace di modellarci a nostro piacimento?

Non lo nego la cosa potrebbe interessare anche me, ma poi seguendo questa stupenda creatura mi rendo conto che forse non c’è al mondo creatura più bella di colei che è dotata di intelligenza, di capacità di adattamento senza cadere nelle contaminazioni esterne per compiacere agli altri.

La bellezza sta nell’essere unici nel nostro genere, nel nostro aspetto, nella nostra anima. E non c’è modificazione che possa alterare la creatura meravigliosa che sei dentro di te, al di là delle apparenze, al di là di quello che richiede la società o la moda, al di là del consumismo del mercato del piacere, del senso della lussuria e del denaro.

Il romanzo di Flavio Torba è un portale che ci porterà attraverso le sue pagine nel mondo di Palmariva, un luogo un tempo rigoglioso per il turismo, il mare, il clima e oggi ridotto a poco più di un luogo triste, grigio, tecnologico, quasi post apocalittico dove il mare non è più capace di dare nutrimento, dove i pesci sono spariti e nemmeno galleggiano più morti, dove il cielo è tetro e la gente si muove in un contrasto tra tecnologia all’avanguardia e miseria ma soprattutto aridità di valori, di morale, di etica.

Alex, il nostro protagonista, è un artista della trasfigurazione, ha avuto uno dei più grandi maestri della trasfigurazione come insegnante ma ora a causa di un errore, di uno sbaglio la sua licenza è stata sospesa.

Per andare avanti, per poter sbarcare il lunario, esegue dei lavoretti su commissione in nero, ed è un uomo di grande talento artistico, non vive ma sopravvive in un mondo dove la sua arte rende temporaneamente felici le persone, che dopo poco tempo torneranno perché non ci sarà mai perfezione abbastanza perfetta da rendere le persone felici.

Inseguire una chimera di felicità acquistando un’immagine che ci allontana da chi siamo veramente affinando la nostra pura essenza e esistenza.

Alex incontrerà Heidi, una schiava sessuale, bellissima, ma strana, stupida, apparentemente vuota, un corpo spettacolare, un vaso che all’interno sembra non avere nulla, ma quando qualcosa è vuoto si può forse riempirlo di contenuti?

Chi è questa creatura così bella, portata da questo energumeno: il cliente sporco, dall’aspetto di un contadino, che richiede di modificarla a suo piacimento perché nemmeno con tanta bellezza riesce a soddisfare la sua pervertita libidine?

Avendo tra le mai questa creatura idiota che sembra inebetita, alienata, dedita al compiacimento di qualsiasi richiesta, si apre al lettore il sipario sulla bellezza eterna verso un regno oscuro dove il business della bellezza è al servizio del crimine.

Trasfigurare un cliente, guadagnare crediti: con i crediti ci si paga l’affitto, ci si può permettere il surrogato di caffè, di cioccolato, ma anche un surrogato di vita e di esistenza.

Ma quante volte quella creatura era stata precedentemente modificata?

Chi era prima di raggiungere questa perfezione eterna che verrà manipolata chissà quante altre volte allontanandola da se stessa?

Alex comincia a cercare tra la cronologia delle trasfigurazioni che questa creatura aveva subito e quando scopre che non è di natura umana, resta allibito, ma vivrà la scoperta anche come un’opportunità, una possibilità magari di riscattare il suo nome, di ritrovare se stesso. Lui che in un mondo di perfezione era rimasto lo stesso, non aveva modificato nulla del suo aspetto e questo lo rendeva diverso da quelli che erano tutti uguali.

Ciò che Alex ha dentro di sé è la parte più avvincente della storia, la determinazione, la capacità artistica, il suo conflitto morale che lo rende più umano di qualsiasi altro essere umano.

Lui riesce a vedere oltre, cerca di capire, di scoprire, nonostante la consapevolezza di chi sia veramente Heidi. 

Accettarla per quello che era diventata o riportarla alla sua vera natura?

Il cambiamento a volte è necessario e va anche accettato. Alex instaura un forte legame con Heidi, un affetto, un interesse che va al di là del comprensibile, del morale, dell’etico, del giusto perché quando si ha dentro di sé ancora intatta una morale si scopre di non aver perduto la propria identità.

Tra identità digitale, nanotecnologia, con una narrazione che ha di fondo anche un’ironia e un sarcasmo piacevolissimo e spaventosamente bello e che affascina,che incuriosisce il lettore, tra zombi al collagene, tra la pornografia come bene di consumo (non confondetevi non è un romanzo pornografico ma un romanzo di forte impatto etico, deontologico, morale e sociale che non va preso con superficialità anche se leggendolo vi divertirete tantissimo) ci saranno profondi momenti di riflessione e di considerazione sul fatto che un’arte e una scienza può essere capace di modificare non solo l’aspetto estetico ma anche gli organi interni.

Se quelle modificazioni venissero usate anche con implicazioni militari quali potrebbero essere le conseguenze?

Insieme ad Alex, al suo fedele amico Charles Bronson; perché un poliziotto che ama il suo lavoro ovvio che voglia apparire esteticamente come il grande Charles, tra l’ingenuità e la purezza della bellissima Heidi, il desiderio di Alex di decifrare la linea sottile tra uno svantaggio e un profitto.

Cosa si fa per denaro?

Cosa si fa per necessità?

Cosa si fa per la scienza?

Ma soprattutto cosa si fa per se stessi?

L’autore Flavio Torba ci scaraventa in questa ambientazione futuristica distopica, dove gli standard di vita sono bassi ma la tecnologia e la sua potenzialità sono elevati, con risultati tecnologici e scientifici futuristici spettacolari e inquietanti che entrano in contrasto con il collasso sociale.

I personaggi di questa storia sono solitari, emarginati, vivono ai margini della società, in un futuro dove la quotidianità è fortemente influenzata dal progresso e dal cambiamento tecnologico.

Lo stile narrativo è cyberpunk ma anche noir mostrando un aspetto di nicchia in una società super tecnologica.

Alla fine del romanzo ho avuto sulle labbra un sorriso amaro dal piacere scaturito da questa avvincente lettura ma anche la consapevolezza che forse anche io son ormai una di queste splendide creature idiote con la differenza che cerco di riempire quei vuoti interiori leggendo romanzi che riescano a mostrarmi un po’ di più quello che mi porto dentro e apprezzare le inevitabili imperfezioni della persona comunque bella che sono.

Avvicinatevi ad Alex con curiosità ma anche con la consapevolezza che la verità quando viene portata alla luce mostra le oscurità più infide dell’animo umano.

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