“Beata gioventù” di Vincenzo Galati, Oakmond Publishing. A cura di Francesca Giovannetti

 

 

 

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Un giallo condito di ironia, una ventata di freschezza nonostante i protagonisti vivano rocambolescamente la loro terza età.

Olga assiste all’omicidio della sua vecchia amica Anna mentre entrambe attendono la valutazione dei rispettivi oggetti antichi presso lo studio di un antiquario. Mentre la vecchia teiera di Olga non ha valore, lo stesso non può dirsi della rarissima moneta che viene sottratta all’amica. Decisa a scoprire l’assassino Olga coinvolgerà tutta la combriccola del centro anziani nell’indagine.

Fresco, vivace, divertente, arguto, spassoso. Un libro che si legge con il sorriso sulle labbra ma nello stesso tempo offre tutti gli elementi del giallo classico con la caccia agli indizi e le deduzioni logiche.

Olga tiene le fila di tutto lo svolgimento delle indagini, guidando come un generale in battaglia il suo piccolo esercito di anziani pronti a buttarsi in una vera e propria “mission impossible”

Fra i vicoli di una Genova silenziosa e genuina, le avventure spericolate e i piani quasi folli, ma efficaci, della squadra di detective improvvisati, porteranno alla soluzione finale, lasciando tutti sorpresi.

Non manca il poliziotto accondiscendente e corrotto dai favolosi biscotti; non manca quello scontroso, pronto a mettere il bastone fra le ruote.

Ma i “vecchietti” sono la vera forza del libro: ognuno ha una sua mania, un tratto caratteristico che li rende riconoscibili. Tratteggiati con poche parole ma tanta originalità, l’autore ce li presenta come i vicini della porta accanto che nascondono singolari attività. In questo caso è quella di una spiccata vena investigativa, unita alla solidarietà d’età e a un pizzico di incoscienza.

Il lettore riesce quasi a vederli uscire dalle pagine e sono tutti irresistibili. Raramente di un libro può essere detto che “sprizza simpatia”, ma questo è un caso dove la definizione è molto appropriata.

Simpatico, divertente ma nello stesso tempo intrigante: c’è un delitto da risolvere ed è necessario giocare d’astuzia, non di forza, perché il cattivo esiste ed è uno dei peggiori in circolazione.

A questi elementi si unisce una vera e propria lezione di numismatica, che incuriosisce e può portare il lettore a desiderare di approfondire l’argomento.

Sicuramente in libro da consigliare, che esce fuori dagli schemi rispettando sempre i canoni del genere.

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